SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo avervi raccontato le gesta delle corali diocesane di domenica, ritorniamo a parlare della 70esima settimana eucaristica, svoltasi a San Benedetto presso il Santuario dei Padri Sacramentini.

La mattinata del 11 aprile ha visto un’immagine unica nel suo genere, la sintesi dell’ultimo trentennio Diocesano, con la presenza di S.E. Mons. Gervasio Gestori, attuale Vescovo e di colui che lo ha preceduto alla guida della chiesa truentina, S.E. Mons. Giuseppe Chiaretti, attuale arcivescovo emerito dell’Arcidiocesi di Perugia-Città Della Pieve.

L’incontro è intitolato “Date voi stessi da mangiare”, che ha visto la partecipazione dei sacerdoti, dei diaconi e dei religiosi provenienti da tutta la Diocesi, in un momento di ritrovo tra coloro che con lo stesso Chiaretti hanno condiviso momenti importanti e tra le nuove leve che contribuiscono a trasmettere la fede nel nostro territorio diocesano.

Nel volgere di un’ora mons. Chiaretti ha preparato un testo molto interessante, un itinerario non solo rivolto al contesto attuale della comunità, ma riferito anche alle parole di nostro signore Gesù Cristo, alle vicende dell’imperatore di Costantinopoli Giuliano, detto l’Apostata per arrivare alle Encicliche del Papa Emerito, Benedetto decimo sesto.

Perche “Date voi stessi da mangiare”? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato proprio Mons. Chiaretti, che ha concesso ai nostri microfoni le seguenti parole:

“È l’espressione di Gesù, quando tanta gente era lì presente per ascoltarlo e però è passato del tempo e deve ritornare a casa. La gente ha fame, allora gli apostoli glielo fanno notare e lui dice “Date voi stessi da mangiare”. Certamente rimangono piuttosto imbarazzati, perché non hanno niente da dare, si trovano in aperta campagna, dovrebbero rimandarli via senza cibo e tuttavia trovano un escamotage nel senso che c’è un bambino che ha un po’ di pane e un po’ di pesce e allora Gesù fa venire questo bambino e moltiplica quel pane lì e quel pesce lì, da sfamare a tutti. Però la frase di Gesù rimane, “Date voi stessi da mangiare”, vale a dire un invito, ovvero, io ho dato la parola, voi imparate a dare anche il cibo oltre alla parola, a dare un aiuto necessario per vivere decentemente come uomini liberi. Mi sembra che sia importante il discorso che il Signore fa, certamente si parla di persone che sono già impegnate nel lavoro, ma ci sono persone che non ce la fanno ad andare avanti e hanno bisogno di essere aiutate. Per questo dobbiamo ricordarci sempre che i poveri stanno con noi e in mezzo a noi e dobbiamo preoccuparci perché possa esserci pane a sufficienza per tutti e allora la chiesa è chiamata a fare quello che ha sempre fatto nei secoli passati. Un tempo esistevano forme di aiuto e collaborazione come gli antichi ospedali o le varie forme e fraternite che provvedevano a tante e diverse necessità, fino ai Monti Frumentari di fine Medioevo per avere il grano da poter seminare, nonché i Monti di Pietà, forme di aiuto reciproco senza un eccessivo aggravio per nessuno ed erano sufficienti per sfamare. Anche oggi qualcosa del genere sta accadendo; ad esempio ci sono le Caritas, che stanno aiutando moltissime persone, proprio quelle persone che non sanno andare avanti per mancanza di denaro o di cibi per se e per i propri figli ed è evidente che le forze economiche sono quelle che sono ed allora la necessità di raccoglierle insieme attraverso queste mediazioni delle Caritas o di altre istituzioni analoghe per far fronte alle situazioni di emergenza che sono in corso e che purtroppo dureranno ancora nel tempo”.

S.E. Mons Giuseppe Chiaretti

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