HANOI – Hanoi ricorda Carlo Urbani. Grande partecipazione e commozione oggi nella capitale vietnamita per la giornata dedicata al medico marchigiano ucciso 10 anni fa dalla Sars, la malattia che lui stesso contribuì ad isolare.
Un evento voluto ed organizzato dall’Ambasciata italiana in Vietnam, dal Governo vietnamita e dall’Oms, che hanno voluto tributare i giusti onori a Carlo Urbani. All’Università pubblica di Medicina in tanti hanno voluto ricordare l’impegno e il sacrificio di Carlo Urbani. Per l’Italia era presente il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca che, nel suo intervento, ha proposto l’avvio di un progetto di collaborazione nel campo della medicina tra Italia e Vietnam.
Numerose le testimonianze.
Coinvolgente quella del viceministro vietnamita della Salute Nguyen Thanh Long, che con Carlo Urbani aveva lavorato fianco a fianco. E poi l’ambasciatore d’Italia Lorenzo Angeloni e Takeshi Kasai per l’Oms. Ma soprattutto il ricordo di Tommaso Urbani, figlio di Carlo.
Letture, video, contributi e testimonianze hanno ripercorso le tappe salienti dell’esperienza umana e professionale del medico marchigiano che ad Hanoi ricoprì per tre anni il ruolo di consulente dell’OMS per il controllo delle malattie parassitarie nel Pacifico Occidentale, offrendo un contributo determinante alla cura della Sars di cui rimase vittima. “Coraggio, altruismo, solidarietà – ha detto Spacca – Sono solo alcuni dei preziosi valori che Carlo Urbani ci ha lasciato in eredità. Valori che, meglio che in nessun altro modo, possono essere riassunti dalle sue stesse parole: ‘Per me vivere all’estero deve essere una testimonianza di barriere abbattute’. Ecco, Carlo Urbani quelle barriere le ha abbattute con l’esempio, mettendo in campo, appunto, coraggio, altruismo e solidarietà. Guardando all’altro come a se stesso, capovolgendo la graduatoria dei valori comunemente intesi, dove il vantaggio personale, l’individualità, la diffidenza per tutto ciò che è nuovo, lontano, diverso si trasformano in paura e rancore. L’evento di oggi è l’occasione per ricordare la straordinaria figura di Carlo Urbani. Ma ci consente anche di sottolineare e rinsaldare il rapporto di amicizia tra i nostri Paesi, l’Italia e il Vietnam, che lo stesso Carlo ha saputo unire idealmente nel segno della sua generosità e del suo amore”. E proprio nel segno del sacrificio di Carlo Urbani, Spacca ha espresso il desiderio di avviare un progetto di collaborazione tra le istituzioni italiane e vietnamite nel campo della medicina. “Carlo Urbani – ha aggiunto – ha dedicato la propria vita alla ricerca del lontano da sé. In questo Paese, il Vietnam, che tanto ha amato, e negli altri Paesi in cui ha vissuto, si è speso con estrema generosità al servizio del prossimo. Fino ad anteporre il bene altrui, e il valore della ricerca medica, alla sua stessa sopravvivenza. Ma Carlo Urbani non è stato un eroe. Sono certo che lui stesso non avrebbe voluto che lo si ricordasse così.
Carlo Urbani era un uomo, marito e padre esemplare, un medico, un italiano e insieme cittadino del mondo, che ha saputo e soprattutto voluto interpretare fino in fondo, nel segno dell’amore, tutti questi ruoli. In questa tenacia si può ritrovare il carattere degli italiani e dei marchigiani. Il non mollare mai, il guardare con fiducia al futuro anche nei momenti più bui. Carlo Urbani era così. Carlo non diceva mai ‘no, questo non si può fare’. Carlo voleva lottare. A dieci anni dalla sua scomparsa l’Italia, e con essa le Marche che gli hanno dato i natali, vogliono ricordarlo con grande stima, affetto e ammirazione. E vogliono rivolgere un ringraziamento particolare alla sua famiglia che lo ha amato tantissimo e che da lui è stata così tanto ricambiata. L’amore di Carlo Urbani per il prossimo – ha concluso Spacca – è stato così grande perché la sua vita era nutrita dall’amore della moglie Giuliana e dei figli Tommaso, Luca e Maddalena. La sua dedizione nei confronti delle persone più deboli negli angoli più remoti del mondo, la sua generosità e la sua umanità sono un esempio per tutti noi che ci deve guidare, in questi tempi così difficili, come una luce di speranza”.
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