Uomo del dialogo e della mediazione. “Far rivivere nella vita repubblicana la parola fraternità”. Mons. Pontier si presenta con questa parola. Segno di un uomo che si lascia interrogare dalle sfide del Paese perché – dice – “la Chiesa ha un messaggio di speranza e di saggezza, di difesa della dignità dell’uomo”. E la Francia, come del resto anche l’Europa, ha bisogno di uomini capaci di costruire ponti, di mediare tra posizioni diverse. “Non può esistere una società monocolore e non possiamo essere unanimi su tutte le questioni, ma nello stesso tempo è impensabile credere che non sia possibile dialogare o che restiamo prigionieri in conflitti ideologici, incapaci di ricercare il meglio per la Nazione, e il meglio per le persone. Il nostro ruolo di cristiani è, dunque, quello di uscire dai rapporti di forza e promuovere una cultura in cui le divergenze sono vissute nel dialogo e, soprattutto, per il bene di tutti”.
Le periferie. L’onda lunga di Papa Francesco sembra essere arrivato come un vento di novità anche qui in Francia. E il suo invito a uscire da se stessi per andare verso le periferie anche esistenziali dove vivono le persone, è stato accolto “con grande gioia”. Mons. Pontier parla subito della città di cui è vescovo: Marsiglia. Qui le periferie non si trovano all’esterno della zona urbana, ma all’interno della città, con quartieri molto diversi tra loro. “Le difficoltà maggiori – aggiunge – sono quelle legate alla disoccupazione, alla mancanza di lavoro, alle difficoltà per la casa e l’educazione dei figli, e quindi tutti fattori che mettono a dura prova e in crisi la famiglia”. Marsiglia – fa notare l’arcivescovo – ha una lunga tradizione di cattolicesimo sociale che si è sviluppato molto attivamente nel XX secolo. Nella sua lettera pastorale scritta per la Pasqua 2011, mons. Pontier scriveva alla sua diocesi: “Non possiamo annunciare il Vangelo senza farci prossimi dei più piccoli, dei più poveri”. E la storia della Chiesa di Marsiglia è ricca di esempi di prossimità. Tra le tante iniziative, il vescovo parla del centro di accoglienza gestito dai Frére Saint Jean de Dieu che ogni notte accoglie e dà da mangiare a 300/500 persone. Uomini e donne che le difficoltà della vita hanno gettato in mezzo a una strada. Altro fronte d’impegno “molto forte” – dice mons. Pontier – è quello per la popolazione rom. Quella minoranza etnica tra le più discriminate in Europa. “Da noi a Marsiglia – racconta il vescovo – si contano tra i 2mila e i 3mila rom”. L’impegno si concretizza nella chiesa di Saint-Pierre che ha accolto e sta accompagnando un gruppo di queste famiglie, nonostante la gente si opponga a questo tipo di solidarietà. Il vescovo ha più volte affermato che la Chiesa ha a cuore “la sorte di queste persone, migranti tra noi” invocando per loro soluzioni “ragionevoli” e soprattutto “umane”.
“Le parvis des gentils”. Ma le periferie di mons. Pontier sono anche quelle culturali, quelle abitate da uomini e donne di pensiero lontane dalla Chiesa cattolica. In collaborazione con il Pontificio Consiglio della cultura, si svolgerà a Marsiglia – capitale della cultura europea 2013 – il Cortile dei Gentili dal 6 al 9 giugno. Un appuntamento fissato per mettere in dialogo Chiesa e società, intellettuali cristiani e non, sul tema “Umanismo e religioni”. L’appuntamento futuro? Sicuramente, risponde l’arcivescovo, l’incontro in programma a Lourdes, dal 9 all’11 maggio, dal titolo “Diaconia 2013: serviamo la fraternità. Vivere una Chiesa con i poveri”. Sono attese 10mila persone da tutto il Paese di cui 2.500 in situazione di precarietà. “Un momento di preghiera e fraternità con le persone svantaggiate dalla situazione di crisi”. Un gesto di prossimità da parte di una Chiesa che nel rispondere all’invito di Papa Francesco “esce da se stessa per andare nelle periferie”.