“Io vi chiedo che il concepito sia considerato uomo a tutti gli effetti”: queste poche e incisive parole furono pronunciate dal Beato Giovanni Paolo II a Vaduz, capitale del Liechtenstein, il 28 ottobre 1985 durante uno dei suoi tanti viaggi apostolici. Sono passati quasi trent’anni da allora e la campagna europea “Uno di Noi” (One of Us) per raccogliere almeno un milione di firme nei Paesi comunitari e poter così chiedere alle istituzioni comunitarie di fermare la manipolazione e soppressione degli embrioni umani a qualsiasi titolo effettuate, è lì a dimostrare che Papa Wojtyla non venne ascoltato. C’è bisogno di agire, e in fretta, per tutelare l’embrione. Da oltre un mese a questa parte il Comitato italiano per la campagna si è messo in moto a pieno regime. Si tratta di mobilitare non soltanto il mondo cattolico, da sempre sensibile ai valori della vita nascente, ma anche quanti non motivati da valori religiosi sono però sensibili al tema della vita. Ecco, quindi, che quel “concepito” di cui parlava Giovanni Paolo II da considerare “uomo a tutti gli effetti” assume il valore profondo che gli spetta: non tanto e anzitutto un valore religioso, ma semplicemente e primariamente umano. Un piccolo uomo da difendere.
Le realtà in campo. Vediamo cosa si propone la campagna “Uno di Noi” e cosa succederà da qui in avanti. Anzitutto lo schieramento in campo: si tratta di un centinaio di associazioni e movimenti, i più diversi di area cattolica. Essendo impossibile citarli tutti, ci limitiamo ai principali: Acli, Alleanza Cattolica, Azione Cattolica, Cammino Neocatecumenale, Coldiretti, CL, Confcooperative, Sant’Egidio, Focolari, Medici cattolici, Mcl, Movimento per la vita, Rinnovamento nello Spirito Santo, Giuristi cattolici, Unitalsi… A queste sigle bisogna aggiungere le cosiddette “reti”, cioè degli aggregati tematici di associazioni e movimenti che si uniscono per particolari scopi, diciamo così, settoriali. Basti pensare al Copercom (settore della comunicazione sociale, una trentina di aggregazioni); Forum Famiglie (una cinquantina); Forum associazioni sanitarie (una ventina); Retinopera (altrettante nel settore sociale); Scienza & Vita (costituita da studiosi, scienziati ed esponenti di varie realtà oltre che da associazioni operanti in campo sanitario e scientifico). In totale si può calcolare l’equivalente di oltre un milione e mezzo di cittadini variamente impegnati a livello ecclesiale, sociale, culturale, della carità, solidarietà e ricerca.
Come funziona la raccolta firme. Se l’“esercito” di coloro che vogliono chiedere la difesa dell’embrione è ben nutrito in Italia, ciò non significa che si tratti di una campagna facile. Anzitutto occorre far conoscere il perché della stessa sigla “Uno di Noi”. E per questo il Comitato nazionale rilancia a ciascuna delle associazioni aderenti la proposta di adottare nel proprio sito internet e sulle proprie riviste i siti e banner ufficiali: quello europeo www.oneofus.eu e quello italiano www.unodinoi.mpv.org gestito dal Movimento per la vita e messo a disposizione di tutti coloro che volessero riproporlo e moltiplicarlo su siti specchio. Si parla di internet perché la raccolta di firme attraverso il canale on line è già partita da qualche mese: nel nostro Paese al momento sono state raccolte 22mila firme on line, mentre le firme cartacee sottoscritte tramite le varie associazioni sono oltre 50mila. Il risultato italiano non è male, considerando che la campagna è partita di fatto da poco più di un mese. In altre nazioni quali Polonia, Ungheria e Francia i risultati vanno altrettanto bene, mentre sono un po’ indietro Paesi quali Spagna, Germania dove la campagna non è ancora entrata nel vivo. Complessivamente la campagna europea lambisce le 250mila adesioni, ma siamo ben lontani dal milione di firme necessarie per rendere incisivo il pressing sull’Europa. Per far crescere le adesioni è stata promossa una Giornata ufficiale di sensibilizzazione e raccolta firme in tutta Italia per domenica 12 maggio. In quell’occasione ciascuna associazione si attiverà promuovendo postazioni con tavolini, opuscoli, striscioni e la possibilità di firmare il modulo di adesione cartaceo oppure di registrarsi direttamente via internet. La condizione è di avere con sé la propria carta d’identità o il passaporto, senza i quali il voto non è valido.
Cosa può fare un cittadino. La domanda su cosa possa fare un cittadino qualsiasi trova una risposta molto semplice da parte del comitato “Uno di Noi”: può informare i propri familiari, i vicini di casa, i compagni di lavoro, di studio, gli amici, i conoscenti, invitarli ad aderire. Il sito del Mpv offre continui aggiornamenti on line, che possono essere scaricati e diffusi. La stessa agenzia Sir curerà notizie e approfondimenti, con interviste a diversi specialisti, materiale che potrà essere liberamente rilanciato sui siti associativi e tramite i social network. Si possono inoltre utilizzare le piattaforme di Twitter e di Facebook, rilanciando notizie, avvisi, incontri, appuntamenti. Sempre da “Uno di Noi” si potrà scaricare materiale quali dépliant, volantini, locandine, fascicoli informativi e stamparseli in proprio. Questa campagna “Uno di Noi” costituisce una forma di democrazia partecipativa che ci si augura dia i suoi frutti. Il termine di raccolta delle firme è il 1° novembre e l’Italia non vuole sfigurare, da quel grande Paese che è!
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