SAN BENEDETTO DEL TRONTO– Alla presenza degli studenti delle scuole cittadine, si è tenuto questa mattina mercoledì 24 aprile in Auditorium Comunale un convegno per celebrare la resistenza a San Benedetto del Tronto e in particolare la figura di Gian Maria Paolini in occasione del 69° Anniversario della morte dell’ufficiale della Guardia di Finanza e Comandante partigiano – Medaglia d’argento al Valor Militare.
Dopo il saluto del sindaco Giovanni Gaspari è intervenuto il generale Giovanni Mainolfi, Comandante della Guardia di Finanza della Regione Marche, il quale ha portato la propria testimonianza di studioso della figura del tenente Paolini. Nell’intervento Mainolfi ha spiegato lo stretto legame che il giovane partigiano ha avuto con il territorio marchigiano (infatti la caserma della Guardia di Finanza di Ancona è intitolata a Paolini) e in particolare con San Benedetto.
“La condanna a morte del tenente Paolini – ha spiegato Mainolfi – è stata siglata nel ’44 alla stazione di San Benedetto quando ferì a morte un ufficiale tedesco per difendere un gruppo di ragazzini sambenedettesi che, avvicinatisi ad un treno tedesco per chiedere del pane, furono fatti oggetto del lancio di una bomba e una serie di colpi di arma da fuoco”.
Mainolfi ha anche sottolineato l’intelligenza, il coraggio e la profonda umanità che pervadevano la figura di Paolini il quale, nel combattere per difendere il valore della libertà, aveva un solo obiettivo: danneggiare l’avversario e avvantaggiare la popolazione civile.
Durante la mattinata sono intervenuti anche lo storico e direttore dell’Istituto di Storia contemporanea di Pesaro Costantino di Sante e Alessandro Pertosa dell’Università di Macerata i quali, attraverso la ricostruzione storica degli episodi di cui furono protagonisti nel territorio piceno negli anni 1943 e 1944 Paolini e la sua banda (composta anche dai sambenedettesi Francesco Fiscaletti e Giuseppe Mazzocchi), hanno raccontato l’ottimo rapporto tra la popolazione sambenedettese e il tenente.
“Fino alla fine – ha spiegato Pertosa – Paolini è stato legato alla città e al comando della Guardia di Finanza sambenedettese che lo ha aiutato in un momento cruciale della lotta partigiana che ha condotto sul territorio. Infatti fu il comando cittadino a inviare in missione segreta a Firenze e Torino il tenente per farlo fuggire dalla morsa dei tedeschi che ormai lo stavano accerchiando a Rovetino, in territorio di Rotella, dove si era rifugiato con la sua banda”.