FILIPPINE – Il prossimo 13 maggio, nelle Filippine si voterà per le elezioni nazionali e i temi relativi al rispetto della vita e alla centralità della famiglia, sono divenuti centrali per valutare i candidati. Come ha riferito l’Agenzia Fides, oltre quaranta organizzazioni e movimenti laicali cattolici, si sono riunite in un forum denominato “The White Vote Movement” (“Movimento del voto bianco”), guidato da fratel Mike Velarde, leader del gruppo carismatico cattolico “El Shaddai”. Nel corso di una manifestazione che nei giorni scorsi si è tenuta a Manila, alla quale hanno partecipato oltre 500mila persone, il Forum ha ribadito i nomi dei candidati pro-vita che hanno combattuto il disegno di legge “Reproductive Health Bill” (“Rh Bill”, legge anti-vita), impegnandosi a sostenere solo candidati che promuovono e difendono una legislazione pro-vita e pro-famiglia.
La posizione della Chiesa filippina. La Chiesa delle Filippine si è espressa attraverso una lettera pastorale di monsignor Socrates Villegas, arcivescovo di Lingayen Dagupan, “Occorre pregare – ha scritto Dagupan – perché il Signore guidi ogni candidato all’esercizio della responsabilità civile, dal momento che solo Dio può illuminarci nel processo decisionale in modo che la voce del popolo possa davvero riflettere la voce di Dio, ma anche un rispettoso silenzio nel dibattito pubblico, perché il silenzio è il linguaggio di Dio e l’unico antidoto alle strategie di campagna elettorale folli e ridicole cui stiamo assistendo”. Un atteggiamento, dunque, che comprende uno “sguardo di fede” e “la mente illuminata dai valori del Vangelo” deve guidare verso questo appuntamento la Chiesa, che in quanto “coscienza della società civile”, capace di guardare alle sfide della promozione del bene comune, della solidarietà, della spiritualità e dell’istruzione, non deve “sostenere alcun candidato per non diventare di parte; deve rifiutarsi di giocare con il fuoco del potere politico o rischia di bruciarsi essa stessa”.
La legge contestata. A metà dicembre dello scorso anno, il Congresso filippino ha approvato in seconda lettura il Reproductive Health Bill, la legge sulla salute riproduttiva, che introduce la contraccezione e l’aborto come mezzi per il controllo delle nascite. La legge ha costituito l’approdo di un dibattito durato quattordici anni e di vari interventi sulla crescita demografica – sostenuti in particolare dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) – che sarebbe, secondo gli esperti, la ragione determinante della povertà del Paese. L’opposizione della Chiesa filippina all’intervento legislativo è stata decisa: contro l’aborto e i contraccettivi come soluzione al problema dell’incremento delle nascite. I sostenitori della legge hanno usato l’argomento dei 400mila aborti, perlopiù illegali, conseguenza – hanno sostenuto – della mancanza di informazione delle donne e della non gratuità degli strumenti di controllo delle nascite. La legge non prevede l’aborto clinico, ma promuove un programma di contenimento delle nascite basato su una maggiore disponibilità di anticoncezionali, sulla sterilizzazione volontaria e sull’educazione sessuale e non tiene conto dell’obiezione di coscienza. Oltre a disporre un sistema di sanzioni per le famiglie “troppo prolifiche”, che sarebbero poi quelle con oltre i due figli.
L’intervento della Corte Suprema. Prima dell’entrata in vigore della legge, previsto lo scorso 31 marzo, la Corte Suprema delle Filippine, investita da diverse obiezioni di carattere costituzionale, ne ha sospeso l’attuazione, rinviando la decisione al prossimo 18 giugno. In quell’occasione, il direttore della Human Life International nelle Filippine, Rene Bullecer, ha dichiarato: “Abbiamo ancor più bisogno di riunire le nostre forze e di focalizzarci sull’elezione di deputati e senatori difensori della vita, perché se siamo in grado di eleggere i legislatori di questo genere, siamo certi dell’abrogazione della legge sulla salute riproduttiva, anche se il 18 giugno non dovessero prevalere le ragioni in difesa della vita, e saremo sicuri che le proposte sul divorzio, l’aborto e i matrimoni omosessuali saranno bocciate”.
0 commenti