ACQUAVIVA PICENA – Il 24 aprile, in occasione dell’anniversario della liberazione d’Italia, l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Mariano Vulpiani, in collaborazione con l’ISC A. De Carolis, hanno organizzato la Giornata di Commemorazione in ricordo del Partigiano Acquavivano Mariano Vulpiani, un uomo che per aver sostenuto la causa di alcuni partigiani, venne portato via, interrogato, torturato e ucciso dai soldati tedeschi nel 1944. La manifestazione ha avuto inizio alle 09:30 con il raduno in Piazza San Nicolò dove alla presenza delle autorità, del parroco don Alfredo, dei cittadini e degli alunni dell’ISC A. De Carolis c’è stata la cerimonia della deposizione della corona al Monumento dei Caduti; a questa cerimonia è poi seguita la deposizione di una seconda corona sotto la lapide posta in memoria di Mariano Vulpiani sul muro della sua casa natale, lapide la cui scritta riassume un po’ il senso della giornata: In memoria per la memoria perché il ricordo non è il passato, ma è fare in modo che il passato non torni, c’è stata quindi l’intitolazione a Mariano Vulpiani della già via del Forno che è così diventata via Mariano Vulpiani Partigiano mentre gli alunni presenti, una volta scoperta la targa, intonavano l’Inno di Mameli.
Come da programma la manifestazione si è spostata presso la Sala Consiliare, dove hanno preso la parola le autorità presenti: il Sindaco di Acquaviva Rosetti Pierpaolo, il Presidente del Consiglio Provinciale Falcioni Armando, il Vicesindaco di San Benedetto del Tronto Fanini Eldo e il Sindaco di Monsampolo del Tronto Tacconi Nazzareno. Il Sindaco Rosetti, ha iniziato il suo intervento partendo da un discorso di Massimo D’Azeglio: “L’Italia, come tutti i popoli, non potrà divenir nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte contro lo straniero, come contro i settari all’interno, finché ognuno nella sua sfera non faccia il suo dovere. Ma a fare il proprio dovere, il più delle volte fastidioso, volgare, ignorato, ci vuole forza di volontà, e persuasione che il dovere si deve adempiere non perché diverte o frutta, ma perché è dovere; e questa forza di volontà, questa persuasione, è quella preziosa dote che con un solo vocabolo si chiama carattere onde, per dirlo con una parola sola, il primo bisogno d’Italia è che si formino italiani dotati di alti e forti caratteri“; Rosetti ha voluto sottolineare due concetti importanti, il dovere e la libertà: tutti noi, autorità e semplici cittadini, abbiamo un ruolo fondamentale nella società dove l’adempimento del nostro dovere non deve dipendere dalla paura di essere puniti ma dalla coscienza del rispetto dell’altro, del dover comportarsi in modo tale da non recare danno alla collettività; parlando poi del concetto di libertà il primo cittadino parafrasando Giorgio Gaber ha detto:- “La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione: essere liberi non significa fare quello che vogliamo ma partecipare alla vita del paese, non deleghiamo questa funzione, libertà è un impegno a mantenere la libertà che ci hanno dato. Non sono d’accordo con chi dice che vuole andarsene via da questo paese a causa delle difficoltà economiche ed istituzionali, facendo riferimento alla giornata del 25 aprile, al suo significato, se le persone come Mariano Vulpiani avessero fatto la stessa scelta di lasciar perdere, noi non saremmo qui e se vogliamo che l’Italia continui il percorso che è iniziato credo che sia giusto restare qui e fare della libertà un impegno e una partecipazione“.
E’ poi intervenuto anche il Vescovo Gestori che ha rivolto i suoi complimenti all’Amministrazione Comunale per l’organizzazione della manifestazione per il suo alto significato sociale e politico, Sua Eccellenza ha ricordato le sue paure da bambino durante la guerra:- “paura del cielo, dei bombardamenti, delle esplosioni, i morti, gli uomini in divisa dell’esercito italiano, tedesco e della Repubblica di Salò, c’era la divisione e la paura. Poi è nata la libera democrazia che ha riconosciuto il valore della diversità nella medesima umanità, della collaborazione intesa come vicinanza. Ma il bene comune deve essere perseguito sempre come valore comune, parte integrante del tessuto sociale. Complimenti per aver pensato a questo evento che unisce due realtà, Acquaviva e San Benedetto, che hanno vissuto insieme la guerra; la grandezza di un paese non si misura dai metri quadrati o dal numero della popolazione ma da quello che ha dentro, dall’amore“.
Al termine dell’intervento del Vescovo si è tenuto un apposito Consiglio Comunale che ha approvato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria a Gabriele Cavezzi per la passione e l’amore che ha sempre dimostrato per il comune di Acquaviva; il Sig. Cavezzi è un “illustre sambenedettese che ha saputo trasmettere con semplicità ed efficacia l’esperienza della guerra e l’importanza dell’amicizia, raccontando la vicinanza dei cittadini acquavivani e di quelli sambenedettesi nei momenti difficili del conflitto mondiale”, conflitto che Cavezzi ricorda molto bene, in particolare la data del 27 novembre 1943, quando aveva circa 11 anni e ci fu un grande bombardamento a San Benedetto e molti sambenedettesi si videro costretti a sfollare verso Acquaviva, dove vennero sistemati in buona parte nella scuola A. De Carolis, e ricorda molto bene anche l’umanità e l’accoglienza degli acquavivani nei confronti degli sfollati.
Presente anche William Scalabroni presidente dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che ha rivolto i suoi saluti ai cittadini e alla scolaresca.
La cerimonia è poi proseguita con la premiazione della classe III media per essere riuscita a fermare il tempo e la testimonianza attraverso un video sulla guerra e della V elementare che attraverso molte ricerche effettuate dagli alunni ha messo in evidenza come un uomo comune, possa diventare un eroe; inoltre Simone Cameli e Maria Gaetani hanno letto un brano che raccontava della vicenda di Mariano Vulpiani, di come era stato preso e poi torturato, una vicenda che per le nuove generazioni è un esempio di impegno, senso del dovere e lotta per la libertà.
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