Un incontro atteso da entrambe le parti, un colloquio cordiale, attento e prolungato; l’occasione per una prima fotografia della Chiesa che è in Italia, l’opportunità di iniziare a conoscerla attraverso il suo primo rappresentante, soffermandosi sulle tematiche più “calde” e sul metodo di lavoro della Conferenza episcopale italiana. Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto per oltre un’ora il cardinale Angelo Bagnasco, in qualità di presidente della Cei.
“Ho respirato una profonda sintonia, unita a una grande capacità di ascolto e di attenzione da parte del Papa – confida quest’ultimo -; a mia volta, gli ho portato l’affetto delle nostre Chiese: è un legame peculiare quello che ci unisce con il vescovo di Roma, che non è solo un membro della nostra Conferenza, ma è colui che la presiede nella carità e nella comunione. Posso testimoniare che questa relazione Papa Francesco l’avverte, la cerca, la sente profondamente”.
Sul tavolo, innanzitutto, il metodo di lavoro della Cei: “Sua Santità ha apprezzato la programmazione decennale che ci siamo dati nel dopo-Concilio – continua il cardinale -, quindi le tematiche individuate e approfondite a partire da un documento, come pure la scansione dei Convegni ecclesiali nazionali a metà di ogni decennio”.
Inevitabile il confronto sul tema del decennio in corso: “Papa Francesco ha colto la puntualità di aver messo a fuoco l’educazione, nell’impegno di ricondurla innanzitutto al suo principio originante, ossia l’annuncio di Gesù Cristo. Ci siamo soffermati a lungo sulla mutazione antropologica in atto: mi ha confermato come essa riguardi non tanto o solo il contesto europeo, ma anche l’America Latina e, più in generale, il mondo intero. A fronte di questa situazione – aggiunge il card. Bagnasco – abbiamo condiviso la via dell’educazione alla fede per riscoprire una precisa idea di uomo e di umanità, a partire dal mistero della persona di Cristo”.
Tra gli altri argomenti del colloquio, aspetti relativi alla vita della Chiesa in Italia, il suo impegno per la tutela e la promozione dei valori non negoziabili, il rapporto con l’opinione pubblica.
“Il Papa ha colto molto bene la ricchezza di attenzione che ci viene riconosciuta dai media – racconta il cardinale presidente -: siamo una Chiesa costantemente sotto i riflettori, a testimonianza di una presenza qualificata sul territorio, che a volte arriva persino a essere mal tollerata”.
Papa Francesco, che fin dall’inizio del suo Pontificato si è fatto interprete di “una Chiesa povera e per i poveri” ha apprezzato anche gli sforzi di sobrietà portati avanti dai Vescovi italiani: “Sua Santità ha condiviso la necessità di avere strutture agili – spiega il card. Bagnasco – evitando sprechi e dispendi di risorse; mi ha raccomandato esplicitamente di non moltiplicare organismi, che alla fine appesantiscono inutilmente”.
Infine, lo sguardo si è posato sulla prossima Assemblea generale della Cei, in programma dal 20 al 24 maggio: “Il Papa mi ha confermato il suo intervento – assicura il cardinale -; ci siamo quindi confrontati sui punti della prolusione che aprirà l’assise annuale dei Vescovi: li ha condivisi, confermando anche la prassi del confronto diretto con lui sui temi di fondo. In particolare, mi ha invitato a insistere sul fatto che la Chiesa è un organismo vivo, vivente, e non un’organizzazione burocratica, a cui a volte qualcuno vorrebbe ridurla”.
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