“Ho respirato una profonda sintonia, unita a una grande capacità di ascolto e di attenzione da parte del Papa – confida quest’ultimo -; a mia volta, gli ho portato l’affetto delle nostre Chiese: è un legame peculiare quello che ci unisce con il vescovo di Roma, che non è solo un membro della nostra Conferenza, ma è colui che la presiede nella carità e nella comunione. Posso testimoniare che questa relazione Papa Francesco l’avverte, la cerca, la sente profondamente”.
Sul tavolo, innanzitutto, il metodo di lavoro della Cei: “Sua Santità ha apprezzato la programmazione decennale che ci siamo dati nel dopo-Concilio – continua il cardinale -, quindi le tematiche individuate e approfondite a partire da un documento, come pure la scansione dei Convegni ecclesiali nazionali a metà di ogni decennio”.
Inevitabile il confronto sul tema del decennio in corso: “Papa Francesco ha colto la puntualità di aver messo a fuoco l’educazione, nell’impegno di ricondurla innanzitutto al suo principio originante, ossia l’annuncio di Gesù Cristo. Ci siamo soffermati a lungo sulla mutazione antropologica in atto: mi ha confermato come essa riguardi non tanto o solo il contesto europeo, ma anche l’America Latina e, più in generale, il mondo intero. A fronte di questa situazione – aggiunge il card. Bagnasco – abbiamo condiviso la via dell’educazione alla fede per riscoprire una precisa idea di uomo e di umanità, a partire dal mistero della persona di Cristo”.
Tra gli altri argomenti del colloquio, aspetti relativi alla vita della Chiesa in Italia, il suo impegno per la tutela e la promozione dei valori non negoziabili, il rapporto con l’opinione pubblica.
“Il Papa ha colto molto bene la ricchezza di attenzione che ci viene riconosciuta dai media – racconta il cardinale presidente -: siamo una Chiesa costantemente sotto i riflettori, a testimonianza di una presenza qualificata sul territorio, che a volte arriva persino a essere mal tollerata”.
Papa Francesco, che fin dall’inizio del suo Pontificato si è fatto interprete di “una Chiesa povera e per i poveri” ha apprezzato anche gli sforzi di sobrietà portati avanti dai Vescovi italiani: “Sua Santità ha condiviso la necessità di avere strutture agili – spiega il card. Bagnasco – evitando sprechi e dispendi di risorse; mi ha raccomandato esplicitamente di non moltiplicare organismi, che alla fine appesantiscono inutilmente”.
Infine, lo sguardo si è posato sulla prossima Assemblea generale della Cei, in programma dal 20 al 24 maggio: “Il Papa mi ha confermato il suo intervento – assicura il cardinale -; ci siamo quindi confrontati sui punti della prolusione che aprirà l’assise annuale dei Vescovi: li ha condivisi, confermando anche la prassi del confronto diretto con lui sui temi di fondo. In particolare, mi ha invitato a insistere sul fatto che la Chiesa è un organismo vivo, vivente, e non un’organizzazione burocratica, a cui a volte qualcuno vorrebbe ridurla”.