“Negli Stati Uniti l’attentatore di Palazzo Chigi sarebbe stato abbattuto. Deve la vita alla civiltà italiana”. Parola di Bruno Vespa, che così ha scritto sul proprio account Twitter. Non era mai successo prima, almeno non in questo modo. Nelle stesse ore convulse dopo l’attentato di Luigi Preiti ai carabinieri Giuseppe Giangrande e Francesco Negri in servizio a Montecitorio nel giorno del giuramento di Enrico Letta e dei suoi ministri, l’informazione nazionale ha mischiato come non mai cronache e commenti. Sovrapponendo le opinioni dei giornalisti a quelle dei politici. In un gioco al rialzo del rancore nazionale, da una parte e dall’altra.
Lucia Annunziata è stata la prima. Il dibattito è cominciato in tempo reale con Lucia Annunziata. Durante la sua trasmissione “In mezz’ora”, in diretta dal Festival del Giornalismo di Perugia, a poco meno di tre ore dall’attentato, aveva detto: “Questo gesto ha sporcato la celebrazione del giuramento”. A colloquio con Monica Maggioni, direttore di Rai News 24, aveva letto un’agenzia con le dichiarazione di Alfano, neo ministro degli interni: “Tragico gesto isolato di un disoccupato”. “Disoccupato, una parola pesante nella politica in questo momento”, ha imbeccato la Maggioni. Che non ha perso la battuta. “Se serviva un’immagine forte della drammaticità del momento che stiamo vivendo, ebbene l’abbiamo avuta”, ha detto la Maggioni. È cominciato così, in modo non casuale quindi, il can can delle dichiarazioni a destra come a sinistra. L’invito alla prudenza di Dario Di Vico, editorialista del “Corriere della Sera”, presente in trasmissione come ospite della Annunziata, non è servito a nulla. “Non si deve generalizzare. Il fatto che sia un operaio edile disoccupato è un tema che va trattato con delicatezza”, aveva provato ad argomentare Di Vico. Parole vane.
Il post choccante del grillino Bertola. Gli account sui social network dei politici e le pagine dei giornali si sono riempite di dichiarazioni di tutti i tipi, fino agli eccessi più evidenti. “Il vero problema non è che qualcuno, magari uno squilibrato, vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano “peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro”. Questo è il post su Facebook di Vittorio Bertola, capogruppo dei Grillini nel consiglio comunale di Torino. Una dichiarazione che ha suscitato un dibattito che non accenna a placarsi, dentro e fuori i social network.
Alemanno: se si inveisce contro il Palazzo, il pazzo esce fuori. Anche a destra le cose non sono andate meglio. Il via alle danze lo aveva dato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Pochi minuti dopo la sparatoria davanti a Montecitorio, ha detto ai giornalisti: “Quando per mesi si inveisce contro il palazzo, il pazzo esce fuori. È il gesto di un pazzo e di uno squilibrato ma non ci dobbiamo stupire quando si inveisce continuamente contro il ‘Palazzo’, come se fosse da abbattere”. Ai cronisti che gli avevano chiesto se si riferisse al Movimento 5 Stelle, ha replicato: “Non mi riferisco a nessuno”. Ciò non è bastato però ad evitare le polemiche. Anzi.
I toni sopra le righe sul web. “Io ho detto semplicemente la verità, e credo che se vogliamo evitare una nuova stagione di sangue non si possa continuare a far finta di niente – e nemmeno rimpallarsi la colpa a mezzo stampa per presunti guadagni elettorali. Ieri i politici delle larghe intese potevano parlare ai disperati mettendo in campo provvedimenti di emergenza per chi è colpito dalla crisi, e invece l’unico provvedimento preso è stato per se stessi: aumentarsi le scorte”. Bertola, dopo la pioggia di critiche per il post su Facebook, non si è tenuto e ha rilanciato la discussione. Moltissimi i commenti. Qualcuno ha postato una foto con una scritta su un muro: “Luigi Preiti sei uno di noi”. Tra i più agitati, spicca Fabio Castellucci. Fra le altre cose, ha scritto: “Vittorio Bertola si è limitato a riportare una ovvia verità. Io sono uno di quei milioni!!!! E se un ‘pazzo’ (???) entra in Parlamento e fa una strage… io faccio festa un mese”. E ancora: “Alla fine non c’è alcuna soluzione se non: guerra civile”. A chi gli ha scritto: “io sono stanco e indignato come te e come altri milioni di italiani. Ma siamo poi sicuri davvero di voler far diventare quegli s… dei santi martiri?”, Castellucci ha risposto: “Se martiri vuol dire “tutti morti” a me va benissimo”.
Boldrini, Vespa e la politica. In questo contesto esasperato anche le dichiarazioni della terza carica dello Stato, la presidente della Camera Laura Boldrini, hanno suscitato più di una perplessità. “La politica deve poter dare anche le risposte adeguate a un disagio che c’è perché tante persone hanno fatto gesti estremi in questi mesi. Non c’è più tempo da perdere”, ha detto dopo essersi recata a portare la propria solidarietà ai carabinieri feriti. Il tweet di Vespa (“Negli Stati Uniti l’attentatore di Palazzo Chigi sarebbe stato abbattuto”), ovviamente, in altri tempi non avrebbe prestato il fianco ad equivoci di sorta, ma oggi i toni e il calore del dibattito sono già sfuggiti al controllo della politica e dell’informazione.
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