Di Paolo Bustaffa

Lettere dal domani” è il titolo di un libro che il giornalista e scrittore Romano Battaglia ha offerto a tutti come un dono di umanità nel 1973.
È una raccolta di pensieri che compie quaranta anni ma quelle pagine – rigate di sogni e di sofferenze di bambini di ogni angolo del mondo – continuano a misurarsi con la cronaca nera di oggi.
Si è sempre più sovente posti di fronte a storie di piccole vittime della violenza e dell’indifferenza, continuamente si apprende di bambini feriti e colpiti a morte anche nei luoghi dove avrebbero dovuto sentirsi più amati e protetti.
Notizie che, non per insensibilità di chi ha il difficile compito di informare, hanno i colori tristi del dolore e del lutto mentre, i protagonisti, avevano e hanno nel cuore il forte desiderio di dipingere il mondo con i colori allegri della gioia e della speranza.
Si rimane turbati e scossi ma anche ci si scopre impotenti di fronte allo scoppio di una così devastante catena di violenza su innocenti indifesi. Come è possibile? Quali le cause? Cosa si può fare? Le domande diventano nodi alla gola e il più delle volte rimangono senza risposte.
Non bastano, anche se utili, le spiegazioni degli psicologi per ritrovare il filo di una matassa di umiliazione, di sofferenza e di morte.
I bambini non smettono mai di fare e di essere domande.
Non hanno però voce nei dibattiti culturali , non intervengono nelle scelte politiche che pure li riguardano essendo anch’essi cittadini come sempre ha ricordato Carlo Alfredo Moro. Forse sono invisibili ma chi ha responsabilità di sintesi e di governo non può non avvertire su di sé gli sguardi dei piccoli , non può in coscienza accettare che vengano lasciati ai bordi della storia.
I bambini comunque non si rassegnano a rimanere all’angolo e il più delle volte sono proprio loro a inquietare gli adulti sul significato della vita, sono loro a ricondurre tanti discorsi di esperti all’essenziale, alla verità.
I bambini ascoltano, capiscono, pensano, giudicano.
Un piccolo esempio: nel libro di Romano Battaglia un bambino di nove anni dopo aver assistito al salvataggio di un passero da parte dei pompieri in piazza del duomo a Milano così commenta: “Come mai accadono tante cose brutte nel mondo se la gente chiama i pompieri per salvare un passero?”.
Non si dovrebbe dimenticare la sapienza dei piccoli, basterebbe stare un po’ in mezzo a loro per rendersi conto della profondità dei “perché” e della capacità di distinguere le risposte formali dalle risposte che nascono dal cuore.
Questo vale anche sul piano della fede: centinaia di migliaia di ragazzi in questi mesi ricevono la prima Comunione: uno spettacolo di voglia di vivere e di credere che si pone di fronte alla tiepidezza e alla stanchezza di molti adulti.
Anche qui i bambini sono e fanno domande.
Papa Francesco, con un linguaggio alla cui freschezza e profondità sta educando l’opinione pubblica, non si stanca di ricordarlo e di richiamare i piccoli come espressione e messaggero di un amore infinito.
Potrebbe quindi piacere al papa quello che un bambino di otto anni del Costarica scrive nel libro di Romano Battaglia: “Nella mia casa siamo tutti poveri ma il mio babbo ha gli occhi celesti, la mia mamma ha gli occhi celesti, io ho gli occhi celesti e anche il gatto ha gli occhi celesti. Quando siamo tutti seduti a tavola nella nostra casa sembra che ci sia il cielo”.
Un sorriso ci sta bene ma l’immagine porta a pensieri che nulla tolgono al dolore e alla denuncia per le tragedie in cui i bambini sono direttamente o indirettamente coinvolti, nulla tolgono al dovere di un impegno personale e pubblico perché non vengano tradite e derubate di futuro le generazioni che salgono. Semplicemente, questa immagine, dice che i bambini continuano a essere testimoni e maestri di gioia e di speranza e, nonostante tutto, sono in attesa di adulti che lo siano altrettanto.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *