Un raggio di sole si è affacciato nell’area nord di Roma, dopo una notte di pioggia, quando poco dopo le 8,30, a sorpresa, nell’area antistante alla parrocchia romana dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Prima Porta è atterrato l’elicottero che ha portato un’ospite d’eccezione: Papa Francesco. Certo, oggi la sua visita era prevista. Anzi, quella di oggi è stata la sua prima visita ad una parrocchia romana. Quello che non era previsto era l’orario dell’arrivo, così presto. Possiamo immaginare con quanta attesa, non solo i fedeli, ma lo stesso Francesco stamattina abbia assaporato l’idea di questo incontro tra di lui, vescovo di Roma, e i fedeli. Anche a Buenos Aires l’allora cardinal Bergoglio amava molto andare nelle parrocchie, dove riusciva a creare un rapporto speciale con le persone.
Così è stato anche in questa parrocchia romana, dove il Pontefice ha subito voluto avere un primo contatto con i fedeli, che lo hanno accolto con un lungo applauso e sventolando verso il cielo foulard bianchi e gialli, i colori pontifici. E al vento sventolavano pure le bandiere italiana, argentina e vaticana, mentre le campane suonavano a festa. La messa è stata celebrata all’aperto, ma il Santo Padre ha avuto tutto il tempo di salutare anche all’interno della chiesa famiglie, ammalati, disabili, collaboratori parrocchiali. Ad ognuno ha dispensato un sorriso, una carezza, una stretta di mano, un bacio. Con la gioia sul volto si è anche lasciato abbracciare da un paio di bambini, che si sono stretti a lui, cingendogli la vita.
Poi la messa è iniziata con il saluto del parroco, di origini romene, Benoni Ambarus, che ha fatto riferimento alla periferia dove si trova la parrocchia ma in senso positivo. E il Papa ha convenuto: “La realtà si capisce meglio dalle periferie”. Scherzando poi sul fatto che in visita ci fosse “il vescovo” e non il “Papa che è in Vaticano”, Francesco ha anche voluto condividere con i fedeli il 29° anniversario di ordinazione del suo segretario personale, monsignor Alfred Xuareb, invitandoli ad applaudire e a pregare per lui. Così con spontaneità, come si fa in famiglia.
Con la stessa spontaneità e semplicità, come fa un buon parroco nella messa dedicata ai bambini, il Papa ha dialogato, al momento dell’omelia, con i 16 piccoli a cui oggi ha amministrato il sacramento dell’Eucaristia e con gli altri 26 che di recente hanno fatto la prima comunione. Facendo domande e incoraggiandoli a rispondere, il Pontefice ha parlato del mistero della Trinità, di cui oggi si celebra la solennità. E parlando ai più piccoli è arrivato anche al cuore dei grandi.
Al termine della messa il parroco ha annunciato un regalo dei bambini della prima comunione per il Papa: cantargli la benedizione di frate Francesco per invocare la benedizione di Dio su di lui. Il Santo Padre si è subito lasciato circondare dai bambini, chinando il capo, come la sera del 13 marzo, quando, appena eletto Pontefice, chiese ai fedeli riuniti a piazza San Pietro di invocare la benedizione di Dio su di lui. Poi il Papa, raggiante, ha spiegato ai bambini il senso della benedizione: ciascun cristiano può benedire, cioè dire bene dell’altro.
E poi ancora il bagno di folla con grandi e piccini che hanno gridato “Gesù, Gesù”, come più volte ha chiesto il Santo Padre quando ha sentito invocare il suo nome. Il giro in jeep piano tra la folla per non tralasciare nessuno e ancora un saluto, prima di salire sull’elicottero che lo ha riportato in Vaticano: “Grazie per l’accoglienza. Sono contento di avere una parrocchia così vivace e con tanti bambini. È una benedizione. Pregate per me”. Questo è Papa Francesco. Lo raccontano, più di tante parole, i visi commossi di bambini, adulti e anziani al termine della visita, in una giornata straordinaria condivisa con il Papa in un clima familiare di festa. Attraverso di lui hanno sentito la carezza di Dio sui loro visi. E la periferia è diventata il centro.
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