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Lettera ironica: “Vendesi sala consiliare al comune di Grottammare!”

Pubblichiamo la lettera di P.G.C. giunta in redazione

GROTTAMMARE – Vendesi sala consiliare del Municipio di Grottammare: Zona centro. Circa 100mq. Piano strada. Uso commerciale o abitativo. Trattativa in sede.

Beh, potevano pure pensarci prima, a venderla. Che inutilità i Consigli Comunali: i protagonisti “eletti” appena sopra il numero legale, lo stanco vigile urbano di turno, l’operatore audio-video, i circa due dipendenti comunali in straordinario casomai… Per il resto sedie vuote, salvo qualche pensionato espulso da casa con la testa penzolante.
Ah, e i giornalisti? Sì, ne passa qualcuno, sorride e se ne va, la velina domani. Quasi zero pubblico.

Solito rituale: l’appello come a scuola, la litania degli Ordini del Giorno, grazie Presidente, prego Sindaco, si accomodi Assessore, si sbrighi Consigliere.
Vorrebbero darsi del lei ma non ci riescono, l’eloquenza è più da commedia di Totò: gesti teatrali, ammiccamenti, piroette, combattimenti col microfono, sbuffi, e poi scariche elettriche, suonerie soffocate, vibrazioni, TRRR…
La povera lingua italiana malmenata, almeno parlassero in dialetto. Finte risse, ma anche fossero vere non c’è chi li divide.
Chi è a favore chi è contro chi si astiene, ricontiamo che non riporta, segretario verifichi! Viavai di fumatori dentro/ fuori.
Nervosismi di cravatte, tirar su di pantaloni, grattamenti, dita nel naso raramente.

Eccoli i Consigli Comunali. Parole al vento. Fanno finta di discutere, quando va bene, ma non c’è nessuno che ascolta. Neanche tra loro si ascoltano. Chi fa le facce, chi telefona, chi struscia l’I-Pod, chi ticchetta sul PC, chi leggicchia, chi rimesta tra le carte. Orologi che si guardano. Lievi improvvise scaramucce, poi si riabbracciano. Insomma come alla Camera e al Senato, ma in piccolo e senza le botte. Ma almeno là ci portano i turisti e le scolaresche in gita, qua non c’è anima viva.

Giusto quindi abolirli, ‘sti Consigli Comunali che non servono a niente. Si sa che tutto è pianificato e deciso prima. Pura vanità e perdita di tempo gli interventi. Certo, che se ci fossero diciamo cento cittadini svegli ad ascoltare, quelli non parlerebbero così impunemente, qualcuno si vergognerebbe, sarebbe tutto diverso. Ma così non è. Specie a Grottammare, dove s’è inventata una strana “partecipazione” che non conosce i Consigli Comunali.
Che pure costano: gettoni di presenza, luce, riscaldamento, pulizie, straordinari… Ma pure i Comuni, in tempi di spending revue, devono essere virtuosi e risparmiare.
Infatti, se San Benedetto defenestra un fondamentale assessore, mica lo fa per sport, ma per risparmiare 500 euro al mese. Grottammare fa meglio (come sempre, eh eh) ed elimina i ballottaggi, risparmio: 15.000 euro. Adesso la nuova Amministrazione, con l’opposizione ancor più frazionata e bastonata che si ritrova, che figurati se avrà voglia di andare ai Consigli, li sopprime proprio. Anzi, vende la Sala Consiliare.

E la si venderà bene, pure in tempi di crisi immobiliare. Hanno già telefonato – interessatissimi – un Compro Oro, un Franchising di mutande, un Robivecchi, un Centro estetico internazionale sempre aperto (tipo quello  a San Benedetto) e un Rivenditore di sigarette elettroniche. Pozza i’ bbe’.