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Ricordo eccidio del Ponterotto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In occasione della ricorrenza del 69° anniversario dell’eccidio del Ponterotto in cui si ricordano i partigiani Neutro e Salvatore Spinozzi e il brigadiere Elio Fileni, uccisi tra il 12 e il 13 giugno 1944 dai nazifascisti, questa mattina si è tenuta la commemorazione sul cippo di via della Resistenza.

Alla breve cerimonia organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), sezione provinciale di Ascoli Piceno, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, hanno preso parte l’assessore alla partecipazione del Comune di San Benedetto del Tronto Luca Spadoni, il vice presidente della Provincia di Ascoli Piceno Pasqualino Piunti, il sindaco di Acquaviva Picena Pierpaolo Rosetti, il presidente dell’Anpi Tonino Bruni, il presidente dell’Associazione Carabinieri Luigi Crescenzi, il cittadino onorario Harry Shindler e molti rappresentati di Anpi e Associazione Carabinieri.

Dopo la deposizione della corona d’alloro, il cultore di storia locale Giuliano Chiavaroli dell’Anpi ha raccontato l’episodio che scatenò l’ira dei tedeschi in ritirata che compivano razzie nella frazione Ponterotto: il furto della bicicletta di Gianna Matassi, una donna di Acquaviva Picena.

“Neutro Spinozzi, insieme ad un certo Benci e al fratello Salvatore – ha spiegato Chiavaroli – reagì ai tedeschi per difendere la donna e recuperare il maltolto. La loro non fu una reazione preordinata dalla formazione partigiana Zara che in quei giorni operava sul territorio. I tre reagirono ad un’ingiustizia, intervenendo da civile perché, come diceva Piero Calamandrei, ‘era giunta l’ora di resistere, era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini’ e Neutro e Salvatore Spinozzi hanno reagito da uomini”.

Il presidente dell’Associazione Carabinieri di Ascoli Piceno Luigi Crescenzi ha ricordato invece la figura del brigadiere Elio Fileni, addetto all’ordine pubblico di quella frazione, che venne catturato, torturato, ucciso e spogliato di tutti i valori quando si avvicinò al campo d’azione per tentare l’impossibile.

Anche Harry Shindler, veterano inglese che ha combattuto per liberare il nostro Paese e poi ha dedicato tanti anni della sua vita molti dei quali a San Benedetto di cui lo scorso anno è diventato cittadino onorario, ha voluto dire due parole in ricordo dei partigiani italiani.

“L’Italia deve essere fiera dei suoi partigiani – ha dichiarato Shindler – erano civili con l’idea di libertà che volevano un Paese libero. Gli alleati inglesi e americani non avrebbero mai vinto la guerra senza l’aiuto dei partigiani e oggi qui ne ricordiamo tre, valorosi cittadini sambenedettesi”.

Redazione: