di Giovanna Pasqualin Traversa

L’estensione dell’accesso al Fondo di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura (art. 14 della legge 108/1996) anche alle famiglie “non esercenti attività economiche”; il rifinanziamento del Fondo di prevenzione dell’usura (art. 15 della stessa legge) e il suo finanziamento a “regime”; la lotta al gioco d’azzardo che nel 2011 ha raggiunto la cifra di 74 milioni di euro ed è una delle principali cause del sovraindebitamento delle famiglie e del ricorso ai prestiti usurai. Ma anche l’inserimento delle Fondazioni antiusura negli organismi per la composizione delle crisi da sovraindebitamento. A rinnovare al mondo politico e al governo tali richieste, già più volte avanzate, è stato monsignor Alberto D’Urso, segretario della Consulta nazionale antiusura “Giovanni Paolo II” (www.consultantiusura.it), durante l’assemblea generale annuale a Roma. Una mattina intensa, idealmente “popolata” dai volti delle persone e delle famiglie che si nascondono dietro i numeri.

Nel 2012 erogati 28 milioni e 855.737 euro. Dati del ministero dell’Economia e Finanze (Mef) alla mano, monsignor D’Urso illustra l’attività svolta nel 2012 dalla Consulta e dalle 28 Fondazioni aderenti: “Assistite 1.124 persone, 141 solo a Crotone, per un ammontare complessivo di 28 milioni e 855.737 euro, oltre 6mila dei quali erogati a Siena”. Più di 11mila i colloqui di ascolto. Due gli strumenti con i quali operano le Fondazioni: “I fondi di garanzia trasferiti dallo Stato in virtù dell’art.15 della legge 108/96, peraltro non più alimentati dal 2008”, e “i fondi propri derivanti dall’8 per mille della Chiesa cattolica e da donazioni”.

Tra emergenza e disperazione. Oggi la vera emergenza è data dalle “famiglie produttrici”, aziende “in cui il patrimonio familiare coincide con il patrimonio aziendale”, sostiene il sociologo Maurizio Fiasco, presentando la ricerca “Usura e azzardo nella crisi del nostro Paese”. E “gli episodi di disperazione estrema“, fino al suicidio sono “l’evidenza tragica” di un fenomeno nazionale che interpella “le responsabilità di singoli, istituzioni, rappresentanti di economia e finanza”. A oltre 16 anni dalla legge 108/96, il Mef “ha assegnato somme per rendere possibili garanzie bancarie per complessivi 99 milioni 615.473 euro” e “sono stati erogati, a garanzia di prestiti agevolati per le famiglie, 309 milioni 538.546 euro”. Forti le differenze tra Nord (credito accordato medio 80mila euro l’anno per famiglia) e Sud (tra 6mila e 19.700). Verso il gioco d’azzardo, vengono “dirottate” quote di reddito familiare che vanno dal 2,9% della provincia più “sobria”, Bolzano, all’8,12% di Caserta, al 9,2% di Teramo e addirittura all’11,01% di Pavia. In agguato sovraindebitamento e usura.

Pubblico-privato vincente. Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno, annuncia un tavolo di lavoro e avverte: “Noi discutiamo della non pignorabilità della prima casa, ma dobbiamo anzitutto agire perché le banche facciano il loro mestiere in maniera coerente con l’impianto legislativo e la funzione sociale, prima ancora che economica, che esercitano”. La parola al prefetto Elisabetta Belgiorno, commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura: “Siamo al servizio di una sofferenza” che “taglia trasversalmente tutte le classi sociali”, chiamati a fare i conti con nuove povertà “sul territorio dove i prefetti, pur non essendo tuttologi, sono garanti della coesione e della solidarietà”. “Credo sia tempo – chiosa Giuseppe Maresca, direttore prevenzione reati finanziari (dipartimento del Tesoro) – di mettere mano alla legge 108/96 dando più spazio alle associazioni perché il pubblico-privato si è dimostrato in questi anni uno strumento potente” e “rafforzando i mezzi contro il reato di usura”. Per la psicologaFranca Mora, occorre restituire alla famiglia “progettualità e speranza, altrimenti non ci sarà futuro per il Paese”. Ringraziando i rappresentanti delle istituzioni presenti per la loro collaborazione, padre Massimo Rastrelli, presidente della Consulta, conclude: “La relazione tra noi è più importante di tutto il resto perché la crisi attuale è soprattutto crisi di relazioni umane”.

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