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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Molto affollata la seduta del Consiglio comunale aperto dedicata al tema dell’emergenza sociale. Dinanzi a tanti cittadini, molti dei quali rappresentanti di associazioni operanti proprio nel settore del sociale, il primo pensiero del sindaco Giovanni Gaspari è andato a coloro che non hanno saputo reggere l’impatto della crisi e hanno preferito lasciare la vita piuttosto che la dignità. “Le richieste che ci pervengono sono essenzialmente di due tipi, il lavoro e la casa – ha detto il Sindaco – due esigenze fondamentali a cui facciamo fronte con sempre maggiore difficoltà a causa dei progressivi tagli ai fondi per il sociale che ora sono a livelli irrilevanti. Vuol dire che se vogliamo fare qualcosa dobbiamo trovare da soli le risorse necessarie”.
Ha proseguito il Sindaco: “In questi anni abbiamo fatto diverse cose ma ci rendiamo conto che da soli non ce la possiamo fare, abbiamo bisogno dell’aiuto esterno. Con il bilancio abbiamo stanziato 30mila euro per un fondo con l’auspicio di intercettare fondi regionali. A questo scopo abbiamo fatto appello al mondo del volontariato e del terzo settore affinché la dotazione di questo fondo si incrementasse e di conseguenza aumentassero le risorse regionali. La risposta è stata incoraggiante da parte di questo settore che aiuta centinaia di famiglie nella nostra città. Dobbiamo metterci insieme per far sentire meno sole queste persone. Sull’altro fronte dobbiamo fare in modo che rinasca fiducia in chi ha voglia di creare impresa, occupazione e ricchezza. Dobbiamo dare risposte certe in tempi brevi, occorre che l’Italia cessi di essere un paese con una burocrazia borbonica”.
Per l’assessore alle politiche sociali Margherita Sorge, il Comune sostiene un costo per interventi nel sociale pari ad 1,5 milioni. Ma c’è una nuova povertà che avanza, quella delle famiglie che, a causa della perdita di lavoro, si trovano improvvisamente in grave difficoltà. Lo sportello sociale attivato in Comune vede di fatto un raddoppio degli accessi rispetto all’anno passato senza tener conto di coloro che per pudore non si rivolgono all’ente. “Occorre individuare le situazioni a rischio – ha spiegato l’assessore Sorge – intercettando i bisogni prima che essi esplodano. E’ dunque indispensabile il coinvolgimento di tutte le forze disponibili, pubbliche, del privato sociale e del volontariato. La proposta è quella di costruire un piano coordinato che individui nuove metodi operativi che assicurino maggiore capillarità degli interventi da un lato e maggiore efficacia dall’altro”. Sorge ha ricordato che è già in atto un percorso di confronto con il privato sociale, i quartieri, le parrocchie, le associazioni di volontariato e promozione sociale, medici, sindacati. Da questo confronto sta emergendo la proposta di dare valore alle risorse in campo, creare una sinergia che dia vita ad una rete solidale attiva che veda il “terzo settore” con un ruolo centrale, di creare un unico “fondo di solidarietà” della cui gestione il Comune sarà garante. Gli interventi da effettuare saranno di diverso tipo: percorsi di reinserimento socio lavorativo, finanziamento di start up, contributi a situazioni di emergenza in un contesto di prevenzione del danno, creazione di una rete informativa sulle opportunità che possono essere attivate, monitoraggio finalizzato a controllare il processo di reinserimento della persona e della famiglia.
Si è poi aperto il dibattito: Felice Di Maro ha proposto di attivare delle carte di credito con i supermercati con rimborso il mese successivo, di attivare un prestito sull’onore comunale senza una garanzia, come avviene oggi, da restituire in un termine più lungo dei tre anni, di estendere anche ai pensionati in difficoltà la possibilità di accedere al sistema delle prestazioni lavorative con i voucher.
Elio Core, presidente del Comitato di quartiere di Porto d’Ascoli centro, ha denunciato la presenza di almeno 200 famiglie in quella zona che hanno problemi nel pagamento delle utenze.
Domenico Travaglini dell’Unitalsi della Parrocchia di Cristo Re di Porto d’Ascoli ha ricordato il ruolo svolto dalla “Casa dell’accoglienza” che vive della carità dei cittadini ed ha criticato l’Amministrazione per la scelta di chiudere la scuola elementare di via Damiano Chiesa il cui affitto era pagato dal Comune alla Parrocchia che utilizzava le somme per opere di beneficenza per motivi non economici, ma politici e ha annunciato che non aderirà alla proposta del Comune.
In sede di replica, il Sindaco ha ricordato che i 53 mila euro di affitti risparmiati (con le classi spostate nella struttura pubblica di via Colleoni) andranno tutti al settore sociale.
Sabrina Cava dell’associazione “Sulle ali della speranza” ha raccomandato di agire per un reinserimento delle persone in difficoltà per evitare che le situazioni si sclerotizzino. Milena Crescenzi dell’associazione “Il Mattino onlus” che gestisce “L’armadio dei piccoli” ha condiviso l’idea di fare coordinamento a patto che ogni componente del tavolo si specializzi in un settore.
Gabriele Marcozzi del partito della Rifondazione Comunista ha ribadito il ruolo centrale della politica nel dare risposte ai diritti dei cittadini e ha criticato l’Amministrazione sugli sprechi, in materia di passate esperienze per incentivare nuove imprese e sulla politica della casa.
Anna Rosa Cianci di “Save The Children” ha puntato l’attenzione sul “furto” commesso in Italia negli ultimi anni ai danni dell’infanzia.
Giovanni Marucci ha proposto di sostenere le economie locali, le reti di economia solidale, altre forme economiche rispetto a quelle dominanti. Bruno Bucciarelli, presidente di Confindustria della Provincia di Ascoli, ha espresso rammarico per la carenza di proposte emerse e criticato chi criminalizza le multinazionali.
Giulio Grazioli (CISL regionale) ha ricordato che la persona deve essere al centro di ogni valutazione economica, il profitto a tutti i costi non paga e ha chiesto che il proposto tavolo di coordinamento si muova in tre direzioni: agire sul supporto al reddito, sul mercato del lavoro, sui servizi sociali di qualità. Le risorse necessarie andrebbero trovate in una riduzione nel numero delle istituzioni e San Benedetto potrebbe sperimentare un’associazione dei Comuni più ampia per utilizzare le economie di scala, lavorare sull’evasione fiscale anche a livello locale, mettere in rete gli interventi per razionalizzarli. Le professionalità che si recupererebbero potrebbero essere dedicate ad intercettare i fondi comunitari sul sociale in fase di approntamento per il settennio 2014 – 2020.
Remo Fazzini, sambenedettese che vive in Germania in una città di 130.000 abitanti, ha portato la sua esperienza di componente della commissione comunale che si occupa delle questioni sociali. Antonino Armata ha chiesto di utilizzare per il progetto proposto dall’Amministrazione l’organismo di partecipazione.
Il presidente della Provincia Piero Celani ha fornito alcuni dati: al 31 marzo il Piceno aveva 24.170 lavoratori iscritti al collocamento, 1.418 ragazzi tra 15 e 29 anni in cerca di prima occupazione, – 114 imprese tra l’anno scorso e quest’anno. “La fuoriuscita delle grandi aziende dal nostro territorio – ha detto – ci porta a cambiare il modello di sviluppo lavorando sulla microimprenditorialità, senza dare illusioni di nuovi impieghi nel pubblico. Ci saranno – ha ricordato – 30 milioni di euro dai fondi comunitari per i prossimi anni per il sostegno al reddito ma per utilizzarli al meglio occorre fare rete”.
Il vicepresidente della Regione Antonio Canzian ha ricordato che, pur essendo gran parte del bilancio regionale impegnato nelle spese sociali, la Regione ha puntato le poche risorse disponibili su due fronti: il sostegno alle famiglie con gli ammortizzatori sociali e il finanziamento ad iniziative innovative capaci di far fronte alle sfide del mercato come la domotica. Ha anche ricordato che la Regione è presente sul fronte dell’emergenza casa: il sostegno ai canoni di locazione che esiste da anni e il fondo di garanzia, allo studio, per il pagamento degli affitti e delle rate di mutuo per quelle persone che hanno perso il lavoro.
Il consigliere Palma Del Zompo ha presentato un ordine del giorno concordato con i capigruppo della maggioranza che impegna la Giunta ad istituire un fondo di solidarietà a cui potrà contribuire tutta la città della cui gestione si farà garante l’Amministrazione. Il documento impegna la Giunta a coinvolgere il mondo del sociale a ripensare i propri interventi affinché ciascuno si specializzi in ciò che sa fare e a lavorare per creare un Centro di ascolto e accoglienza, esterno al Municipio per rispettare la riservatezza delle persone, a redigere e far approvare una carta dei servizi per raccogliere e divulgare con ogni mezzo l’elenco di tutti i servizi erogati a chi si trova in difficoltà.
Gambini (M5S) ha annunciato il voto contrario al documento che ha definito vuoto di contenuti e propone di bloccare il progetto di riqualificazione del lungomare nord, offensiva nei confronti di popolazione colpita dalla crisi.
Piunti (PDL) nelle Marche ha ricordato ci sono 9mila posti di lavoro persi in un anno, nella provincia di Ascoli la percentuale dei fallimenti sul totale delle imprese è la più alta d’Italia. “Non illudiamoci che si possa fare molto nel nostro piccolo, proviamo a dare attuazione agli investimenti programmati che possono dare un po’ di sollievo con la messa in circolo di risorse”.
Pellei ha proposto un emendamento aggiuntivo al documento per impegnare la Giunta a presentare una rivisitazione delle tariffe dei servizi a domanda individuale secondo i carichi familiari in relazione ai redditi così come certificati dall’indicatore ISEE applicando criteri di quoziente familiare a tutela delle famiglie numerose e con anziani.
Il documento, così integrato è stato approvato all’unanimità.
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