Nel 2013, rispetto all’anno precedente, sono stati registrati in Asia più di 3.500 italiani residenti. Il Paese maggiormente interessato da questi spostamenti è stato la Cina, la cui comunità italiana è costituita da oltre 6.700 unità (+905 italiani residenti nel 2013). La popolazione italiana residente in Cina nel 2013 è triplicata rispetto al 2006 (+239%), con un picco di trasferimenti nel 2009 (+25%).
Italiani in Cina. Sono alcuni dei dati forniti oggi, 24 giugno, dalla Fondazione Migrantes che anticipa il Rapporto “Italiani nel Mondo” che sarà presentato in autunno. Il 71% della popolazione italiana in Cina risiede a Hong Kong e nelle aree di competenza di Shanghai (34% e 37%), il 16% nelle province che fanno capo alla circoscrizione di Pechino e il 13% in quelle amministrate dal Consolato Generale di Canton. Tra gli “italiani” che decidono di trasferirsi in Cina, si sta facendo strada – spiegano i ricercatori – una categoria particolare: quella dei cinesi di “ritorno”, ovvero i cittadini cinesi nati o cresciuti nel Belpaese che, grazie ai titoli di studio acquisiti in Italia e alla padronanza della lingua italiana e cinese, si lasciano alle spalle la recessione in Europa per cavalcare l’ondata di crescita della Cina.
Si emigra ancora. Dai dati forniti dalle anticipazioni del Rapporto emerge che dall’Italia “non solo si emigra ancora, ma si registra un aumento nelle partenze che impone nuovi interrogativi e nuovi impegni”, spiega la Migrantes. Secondo il Rapporto a gennaio 2013 i cittadini italiani residenti fuori dei confini nazionali sono 4.341.156, il 7,3% dei circa 60 milioni di italiani residenti in Italia. L’aumento, in valore assoluto, rispetto al 2012 è di 132.179 iscrizioni, pari a +3,1% e +5,5% rispetto al 2011. La ripartizione continentale rimarca, ancora una volta, che la maggior parte degli italiani residenti fuori dalla Penisola si trova in Europa (2.364.263, il 54,5% del totale); a seguire l’America (1.738.831, il 40,1% del totale) e poi Oceania (136.682, il 3,1%), Africa (56.583, l’1,3%) e Asia (44.797, l’1%). Rispetto allo scorso anno l’aumento più vistoso riguarda la comunità italiana in Asia (+18,5%) e, a seguire, l’America (+6,8%), l’Africa (+5,7%), l’Europa (+4,5%) e l’Oceania (+3,6%). Le comunità di cittadini italiani all’estero numericamente più incisive continuano ad essere quella argentina (691.481), quella tedesca (651.852) e quella svizzera seguita dalla francese e brasiliana. Il 52,8% (quasi 2 milioni e 300mila) degli italiani residenti all’estero all’inizio del 2013 è partito dal Meridione, il 32% (circa 1 milione 390mila) dal Nord e il 15,0% dal Centro Italia (poco più di 662mila). La Sicilia, con 687.394 residenti, è la prima regione di origine degli italiani residenti fuori dalla Penisola seguita dalla Campania, Lazio e Calabria.
Superare facili letture approssimative. “I nuovi e numerosi dati, ma soprattutto i lavori di studio e di ricerca che saranno presenti nel Rapporto Italiani nel Mondo 2013 – commenta monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes – costituiscono un invito a superare le facili letture approssimative, che riducono gli emigrati italiani ai soli ‘cervelli in fuga’ (anche perché ad emigrare sono persone nella loro interezza umana e dignità) e a prendere in considerazione la molteplicità di storie, di vissuti e di condizioni di persone e famiglie italiane in emigrazione, che rappresentano una tra le più significative espressioni della vita del nostro Paese, ma anche della dimensione globale del mondo odierno”. “L’evoluzione accelerata che sta conoscendo la mobilità italiana e le sue prospettive – conclude mons. Perego – portano a chiedersi se la rappresentazione che si ha oggi del fenomeno risponda in maniera adeguata alla realtà. Ciò vale tanto per gli studiosi, quanto più, probabilmente, per i politici che devono poter usufruire di strumenti di lettura adeguati per poter sviluppare uno sguardo lungimirante e proiettato nell’operatività dell’oggi e del domani”.
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