Due cardinali, un vescovo esperto di questioni giuridiche, un prelato della Segreteria di Stato e una donna esperta di questioni sociali nonché presidente di un’Accademia pontificia. Sono i cinque autorevoli membri della Pontificia Commissione referente sull’Istituto per le opere di religione (Ior), istituita oggi, 26 giugno, da Papa Francesco con un apposito chirografo, in cui il Santo Padre usa il “plurale maiestatis”. L’obiettivo: “Conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della sede apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare”. La Commissione è composta dal cardinale Raffaele Farina (presidente), dal cardinale Jean-Louis Pierr Tauran, da mons. Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru (coordinatore), da mons. Peter Bryan Wells (segretario) e dalla professoressa Mary Ann Glendon.
Nessun commissariamento. Papa Francesco, ha detto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, rispondendo alle domande dei giornalisti, visto il “dibattito recente” sullo Ior, intende “raccogliere opinioni competenti perché intende consultarsi, prima di prendere delle decisioni”. Non si tratta, dunque, di un “commissariamento”, perché la neonata Commissione “non interviene nella vita dell’Istituto”, che continuerà a svolgere le sue normali attività, ma ha il compito di “studiare e riferire al Santo Padre, in vista di riforme utili per le istituzioni che servono la sede apostolica”. “Raccogliere informazioni sull’andamento dell’Istituto e presentare i risultati al Santo Padre”, è dunque il compito della Commissione, che comincerà la sua attività in questi giorni. Quello della Commissione referente per lo Ior, ha detto padre Lombardi, è “uno sguardo ad ampio raggio, che non si pone limiti particolari” e mira alla “raccolta di elementi in vista di possibili decisioni del Santo Padre”. “Ampio mandato”, dunque, per gli esperti che la compongono, “in vista di possibili riforme”. All’articolo tre del chirografo pubblicato oggi, infatti, è previsto che la Commissione, “qualora sia utile”, si avvalga “di collaboratori e consulenti”. La Commissione ha inoltre il compito di stendere un rapporto conclusivo sulla propria attività, dopo il quale – ha reso noto il portavoce vaticano – è previsto che si sciolga.
Trasparenza e riforme. Con un chirografo del primo marzo 1990, Giovanni Paolo II eresse con personalità giuridica pubblica lo Ior, dando una nuova configurazione all’Istituto e conservandone il nome e la finalità. Tre gli obiettivi del chirografo di Papa Francesco, nella medesima prospettiva: “Adeguare meglio le strutture e le attività” dello Ior “alle esigenze dei tempi”; “consentire ai principi del Vangelo di permeare anche le attività di natura economica e finanziaria”, seguendo l’invito di Benedetto XVI; “introdurre riforme”, dopo aver sentito il parere di diversi cardinali, vescovi e collaboratori. La Commissione è composta “da un minimo di cinque membri tra cui un presidente che ne è il rappresentante legale, un coordinatore che ha poteri ordinari di delegato e agisce nel nome e per conto della Commissione nella raccolta di documenti, dati e informazioni necessari, nonché un segretario che coadiuva i membri e custodisce gli atti”. I compiti della Commissione sono di raccogliere “documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali”. Non c’è vincolo di segreto d’ufficio, perché – si legge nel chirografo – “il segreto d’ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall’ordinamento giuridico non inibiscono o limitano l’accesso della Commissione a documenti, dati e informazioni, fatte salve le norme che tutelano l’autonomia e l’indipendenza delle Autorità che svolgono attività di vigilanza e regolamentazione dell’Istituto, le quali rimangono in vigore”. Il nuovo organo dello Ior terrà informato il Papa “delle proprie attività nel corso dei suoi lavori” e consegnerà direttamente al Papa “gli esiti del proprio lavoro, nonché l’intero suo archivio, in modo tempestivo alla conclusione dei lavori”.
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