L’ artista fabrianese ha sentito sempre il fascino della secolare tradizione dell’arte della carta, propria della sua città natale, insieme ad una vocazione culturale ed artistica di respiro europeo. Dopo il Premio assegnatogli dall’Accademia di San Luca nel 1959 Guelfo continua la sua ricerca di artista collezionista, che lo porta ad incontri con artisti di fama internazionale, quali: Afro, Arp, Bartolini, Bellmer, Bodini, Chagall, Cocteau, Greco, Guidi, Kokoscka, Lam, Levi, Guttuso, Manzù, Masson, Matta, Mirò, Tanning, Tommasi-Ferroni, Turcato, Clerici, Man Ray. Di tali frequentazioni sono testimonianza, oltre alle opere in collezione, anche i numerosi ritratti che molti dei citati maestri gli dedicarono, in segno di profondo sodalizio amicale e artistico. Con Giorgio De Chirico, che definiva quello di Guelfo “un talento eccezionale”, ci fu una lunga serie di incontri, percorsi culturali ed affinità elettive, sfociati poi nel volume d’arte “Tic – Guelfo e Giorgio De Chirico”, presente nelle più importanti biblioteche e musei e in un certo numero di opere di De Chirico confluite nella collezione Guelfo. Le opere, visionate dal Ministero dei Beni Culturali e dichiarate “di grande interesse artistico e documentario” vengono ora, in una significativa selezione, presentate per la prima volta al pubblico, unitamente alla scultura in vetro di Guelfo: Venere blu. E che Guelfo, nello spirito dell’artista-collezionista e mecenate, pensasse, da sempre, ad un Museo per la sua città, lo si può dedurre dal fatto che nel 1977 costituì legalmente a Fabriano e a Roma, l’Associazione Museo Internazionale d’arte moderna-collezione Guelfo, intendendo come museo il luogo delle muse e dei veri artisti, contro la mercificazione e il degrado della vita e dell’arte. Lo spirito che anima la collezione è altresì didattico, in quanto esemplificativo delle numerose poetiche che hanno attraversato il XX secolo, da Guelfo ampiamente investigato, sotto il profilo artistico, anche in qualità di Consulente Tecnico d’ufficio per l’arte moderna e contemporanea, presso il Tribunale di Roma.
Il Museo Internazionale d’arte moderna “Guelfo”, riunisce dunque nella casa-museo di Fabriano opere dell’artista Guelfo Bianchini e la maggior parte di quei disegni, incisioni, dipinti, sculture oggetto di dono da parte degli amici artisti o frutto di una scelta all’insegna dell’empatia. La continua osmosi artistico-culturale e la profonda amicizia con Cocteau, Chagall, Dalì, Man Ray, Masson, De Chirico, Manzù (solo per citarne alcuni), producono una galleria di ritratti che hanno lui come protagonista e che sviscerano ogni singolo lato della sua sfaccettata personalità. L’artista fabrianese, appassionato di un’arte che conduce nei misteri dell’anima, ha creato una collezione coerente con i suoi interessi. La lunga permanenza dell’artista a Roma e a Parigi, i suoi numerosi viaggi attraverso l’Europa sono stati occasione di incontri, segni dell’esigenza di scambiare idee e completare le proprie intuizioni con altri artisti. Attraverso l’esposizione di opere inedite di alcuni protagonisti dell’arte moderna presenti nella collezione da una parte si persegue lo scopo di mettere a fuoco la dimensione internazionale dell’artista fabrianese e dall’altra si offre al pubblico la possibilità di ripercorrere le principali correnti artistiche accompagnati dallo sguardo sensibile di Guelfo.
La mostra si articola in tre sezioni:
Prima: ritratti di Guelfo eseguiti da artisti tra cui Corrado Cagli, Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Oskar Kokoschka, Man Ray, André Masson.
Seconda: opere dedicate a Guelfo, segno del rapporto amicale con Man Ray, Pericle Fazzini, Virgilio Guidi, Tonino Guerra ed altri.
Terza: opere di artisti scelti da Guelfo, frutto di acquisti o scambi, fra questi: Paul Cézanne, Francisco Goya, René Magritte, Edouard Manet, Joan Mirò, Pablo Picasso, Pierre Auguste Renoir, Georges Rouault, Mimmo Rotella, Alberto Savinio.
Delle due proiezioni del videoartista Guido Ballatori, una restituisce l’ambientazione originaria delle opere nella casa- museo di Guelfo, l’altra comunica all’esterno lo spirito fantastico, surrealista e metafisico che anima le opere dell’intera collezione.
La suggestiva collocazione della Palazzina Azzurra, quasi sospesa fra il mare e un viale di palme, ha guidato il progetto di allestimento verso la trasparenza e la fluidità. Le opere appariranno leggere per restituire la fragilità del dono dell’amicizia e dell’incontro. Tutto l’allestimento suggerisce la possibilità di rendere concreta un’arte in bilico tra sogno e visione. Per la parte grafica viene predisposto un ricco materiale illustrativo per accompagnare il pubblico in visita alla mostra e un agile giornale di mostra per ritrovare nel tempo il piacere di ricordare l’esposizione.