PROVINCIA – L’indagine di polizia economica e finanziaria condotta dal Comando Provinciale dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno ha portato alla luce una maxi-frode fiscale per oltre 80 milioni di euro, perpetrata da una società operante nel settore dell’edilizia, recentemente dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Fermo.
La preliminare attività di intelligence esperita dalle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Ascoli Piceno aveva infatti rilevato taluni indici di concrete potenzialità evasive – caratterizzati, per alcune annualità, anche dall’omessa presentazione delle dichiarazioni d’imposta – determinanti l’opportuno approfondimento, in sede ispettiva, di tutti gli aspetti gestionali dell’azienda e la contestuale individuazione delle effettive transazioni commerciali, al fine di quantificare, nel dettaglio, la massa impositiva sottratta all’Erario.
La verifica fiscale avviata nel contesto ha quindi riguardato tutti i comparti impositivi, dalle imposte dirette a quelle indirette, per arrivare anche a ricostruire la base imponibile sottratta a tassazione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive ed è stata resa ancor più complessa dalla mancanza di buona parte delle scritture contabili obbligatorie, circostanza che ha reso necessario il ricorso alle indagini finanziarie, al fine di ricostruire compiutamente il reale volume d’affari conseguito dall’imprenditore “evasore totale”.
Le investigazioni così indirizzate hanno consentito alle Fiamme Gialle di analizzare compiutamente i diversi flussi finanziari riconducibili all’imprenditore, le cui evidenze hanno contribuito a segnalare agli Uffici Finanziari, per il successivo recupero a tassazione, 63 milioni di euro di ricavi non dichiarati – costituenti, altresì, la base imponibile per la quantificazione dell’I.R.A.P. dovuta – ed oltre 18 milioni di euro di correlate violazioni all’IVA. Sul fronte giudiziario, le condotte dell’imprenditore hanno realizzato le fattispecie di “Dichiarazione infedele” e “Omessa dichiarazione” previste dal Decreto Legislativo n. 74/2000, ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria di Fermo per il prosieguo dell’azione penale, contemplanti entrambe una pena detentiva da uno a tre anni.
L’indagine in rassegna – che prosegue sotto gli ulteriori profili della polizia economica e finanziaria, attesa la rilevanza dei flussi finanziari individuati dalle Fiamme Gialle nel corso dell’attività ispettiva – ha consentito al Comando Provinciale di Ascoli Piceno, nel solo anno 2013, di assestare a 113 milioni di euro la base imponibile segnalata per i recuperi a tassazione, in gran parte riconducibile ai 28 “evasori totali” e agli 8 “evasori paratotali” scoperti nel contesto delle attività d’istituto e per la quale, anche in relazione agli oltre 28 milioni di euro di violazioni all’IVA e ai 2 milioni di euro di ritenute non operate, 22 persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per 35 distinte fattispecie penali tributarie.