1958-2005: meno di cinquant’anni. E due Papi santi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Nei tempi della secolarizzazione, della crisi delle vocazioni, dell’allontanamento di tante famiglie e di tanti giovani dalla pratica religiosa; nei quali c’è chi è pronto a scommettere sulla crisi inarrestabile della Chiesa, Papa Francesco – dando il via libera alla canonizzazione dei due Papi – invia al mondo il messaggio più bello ed esaltante: la Chiesa è viva perché lo Spirito Santo soffia ancora, continua a creare e ricreare il mondo nuovo attraverso la santità dei suoi figli, a partire dai pastori a cui la Chiesa stessa è affidata.
Formidabili, davvero, quegli anni, quel mezzo secolo iniziato con il Papa della bontà che commosse il mondo intero indicando le nuove strade dell’amore, della semplicità, della comunione e del dialogo. Quel Papa che seppe leggere la storia dell’umanità come esperienza d’amore tra Dio e i suoi figli, di fronte alla quale perfino la Luna si sentì chiamata ad affacciarsi per osservare lo splendido spettacolo: Dio, l’uomo e il creato in un unico abbraccio. Il mondo nuovo che lo Spirito vivificava attraverso il coraggio di un pastore che aveva saputo entrare nel cuore dell’uomo, a partire dai piccoli, dai semplici, dagli umili.
Formidabili quegli anni che hanno potuto vedere un Papa coraggioso, venuto dalle terre della persecuzione, per portare al mondo il messaggio della verità che non teme persecuzioni, non si lascia vincere alle grida ostili, perché ha la forza dell’amore che si fa pellegrino sulle strade del mondo alla ricerca del cuore dell’uomo espropriato di se stesso e della sua dignità da una cultura antiumana, per donargli l’abbraccio del suo Signore, mai stanco di amare l’umanità, a partire da quella priva di potere e di ricchezza.
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: cosa accomuna questi due pastori, questi due Beati che entro quest’anno saranno annoverati nel numero dei Santi a cui i cristiani potranno affidarsi con fiducia? In tempi difficili che vedevano l’inarrestabile mutamento del mondo e del modo di vivere degli uomini e dei popoli, in modi diversi essi hanno manifestato l’amore di Dio per l’uomo, la presenza di Dio nella sua vita; hanno detto al mondo che nonostante le guerre, le violenze, il peccato, l’uomo può e deve sempre sperare, perché ancora oggi “lo Spirito di Dio aleggia sulle acque” del mondo (cfr Gen. 1,2); ancora oggi egli è “un vento che si abbatte impetuoso sulla casa” degli uomini impauriti di fronte ai rumori e ai terrori della storia (cfr At. 2,2).
La decisione di Papa Francesco d’innalzare alla gloria dei Santi i due Pontefici del secolo XX è il messaggio della speranza. Perché, sarà pure segnato dal male il mondo, “eppure il Vento soffia ancora, spruzza l’acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie, bacia i fiori, li bacia e non li coglie” (Pierangelo Bertoli): quel Vento dello Spirito Santo che in Giovanni XXIII e in Giovanni Paolo II ha saputo spegnere gli incendi del male del mondo e ricreare nell’uomo il senso della bellezza e della verità.