Le Marche hanno avviato la fase delle consultazioni per applicare la nuova direttiva europea sul rischio alluvioni.
Emanata nel 2007 e recepita dall’Italia con un decreto legislativo, prevede che, entro il 2015, vadano approvati i Piani di gestione a livello di distretto idrografico: entità territoriale che accorpa più bacini idrografici. In tutta Italia le attività sono coordinate dalla Autorità di bacino nazionali; le Marche sono suddivise tra il distretto dell’Appennino settentrionale, che fa riferimento all’Autorità dell’Arno, e il distretto dell’Appennino centrale, che fa capo all’Autorità del Tevere.
La prima fase del lavoro ha riguardato la mappatura delle aree a rischio di esondazione, secondo i nuovi criteri europei, portata ora all’esame della comunità regionale (istituzioni, associazioni, categorie ordini, professionali) per acquisire, entro l’anno, indicazioni e osservazioni.
“Nella nostra regione inizia questa importantissima fase di concertazione, prevista dalla normativa ma che dobbiamo riuscire a far divenire pratica quotidiana, in moda da realizzare un vero governo del territorio – ha affermato l’assessore alla Difesa del suolo, Paola Giorgi – Il tema delle alluvioni è di centrale importanza per la sicurezza di ogni comunità. Proprio qui, nel Fermano, nel 2011 abbiamo subìto gli effetti devastanti dell’alluvione, con danni e morti. E proprio da qui avviamo questa concertazione, a ricordo di quanto è avvenuto, perché non debba più accadere. È importante costruire insieme questi nuovi Piani di gestione, con i protagonisti che poi devono operare localmente. Li abbiamo riuniti per discutere e portare, poi, al tavolo del governo e dell’Europa un Piano condiviso e di grande impatto”. A monte, però – ha ammonito l’assessore – “occorre un impegno politico, da parte del governo nazionale, di mettere a disposizione risorse , perché stiamo parlando di una tematica, quella del controllo del territorio, che è stata estromessa dalle priorita’ nazionale e che ricade interamente sulle Regioni. Noi stiamo facendo il nostro dovere, ma va fatto da tutti, perché, come Paese, stiamo puntando sulla valorizzazione del nostro territorio e, in questo contesto, il tema della tutela dovrebbe essere prioritario”. La Giorgi ha poi ribadito la necessità di “passare della gestione delle emergenze alla prevenzione. Non si può vivere, governare, gestire un Paese in emergenza: occorre puntare sulla prevenzione. La direttiva europea è una grandissima occasione che, come Regione Marche, stiamo raccogliendo con responsabilità e impegno”. “Il territorio è un bene da salvaguardare e non solo da consumare – ha rimarcato il presidente Anci Marche, Maurizio Mangialardi – Bisogna contrastare le pressioni che spingono a investire nelle aree ad alto rischio conclamato. Nelle Marche non partiamo da zero, ma dobbiamo mettere in campo nuovi strumenti di gestione”. “Quello della prevenzione è un tema che deve affermarsi anche nelle coscienze dei cittadini. È importante presidiare le aree interne, in modo a garantire l’equilibrio ambientale – ha sostenuto Giorgio Cesari, segretario generale Autorità bacino del Tevere – La manutenzione ha costi elevatissimi, ma necessari che andrebbero scomputati dal Patto di stabilità”.
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