SAN BENEDETTO DEL TRONTO– Con riferimento ai lavori di ripristino del primo tratto nord dell’arenile di San Benedetto, l’Amministrazione comunale ritiene opportuno dare alcuni chiarimenti anche allo scopo di fornire le dovute rassicurazioni ai bagnanti.
Si ribadisce innanzitutto quanto già affermato nei giorni scorsi e cioè che la sabbia in corso di distribuzione è assolutamente compatibile con quella dell’arenile sambenedettese e priva di qualsiasi elemento inquinante che possa costituire pericolo per la salute pubblica.
Le analisi dell’ARPAM, completate il 5 luglio scorso, affermano testualmente che “dai documenti di campionamento non si evidenziano caratteristiche organolettiche anomale né differenze significative tra la colorazione dei sedimenti del sito di provenienza e quelli del sito di destinazione”.
In precedenza le analisi svolte dall’ARPAM di Fermo sulle sabbie allora stoccate a Porto San Giorgio (da dove provengono) avevano concluso che “i risultati chimici sono tutti compatibili con una opzione gestionale di tipo “A1”, ovvero per l’utilizzo che se ne sta facendo. Un giudizio ulteriormente confermato dalla dichiarazione del responsabile tecnico della società Marina di Porto San Giorgio (ovvero la società che gestisce il porto) Basilio Ciaffardoni.
Quanto ai fenomeni che si stanno riscontrando in queste ore, non si può che ribadire quanto già detto nei giorni scorsi, ovvero che il colore scuro della sabbia è dovuto alla carenza di ossigenazione e luce e che, come avvenuto in precedenti operazioni di ripascimento, presto il materiale tornerà al suo colore naturale. Va aggiunto che l’odore che si riscontra, quando non imputabile agli scarichi dei mezzi che stanno lavorando al trasferimento della sabbia, è il tipico sentore di salmastro dovuto alla lunga permanenza di quella sabbia sui fondali marini.
Per quanto concerne la schiuma scura sulla superficie dell’acqua che si riscontra in alcuni tratti di mare, è il prodotto della sospensione di quella piccola quota di limo (tecnicamente si chiama “pelite”) che, in percentuali variabili tra il 3 e il 7%, (anche in questo caso si tratta di dati ARPAM), caratterizza sia la spiaggia sambenedettese che quella sangiorgese.
Appare infine opportuno specificare che i materiali solidi che si rinvengono sulla battigia nella zona oggetto di intervento o nelle zone adiacenti sono il risultato di un fenomeno di spiaggiamento del materiale stesso portato dal moto ondoso marino, presente sul fondale e movimentato dall’azione di stesa della sabbia, ma non è materiale presente nella sabbia posta a dimora sulla battigia.
“Le informazioni tecniche che forniamo – dice il Sindaco Giovanni Gaspari – sono state diffuse anche attraverso un avviso diffuso tramite la fonica di spiaggia. Mi resta l’amarezza di constatare come, in barba ad ogni principio di leale collaborazione tra istituzioni, si continui a fare opera di vergognoso sciacallaggio che non dà altro risultato se non quello di gettare nello sconcerto i nostri ospiti e residenti, quasi a gioire dei danni che la città può subire”.
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