Prosegue la rubrica “Raccontaci il tuo oratorio”
Prima puntata: Madonna della Speranza Grottammare
Seconda puntata: Parrocchia San Niccolò
Terza Puntata: Parrocchia Madonna del Suffragio
Quarta Puntata: Parrocchia SS: Annunziata
Quinta puntata: Parrocchia San Savino
Foto di Don Pierluigi Bartolomei
Di Camilla Pepe
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mi chiamo Camilla, ho 16 anni e sono un’animatrice della parocchia Ss Annunziata.
Come ogni anno a luglio, noi ragazzi dai 15 ai 25 anni stiamo facendo l’oratorio estivo: si tratta di trascorrere tre pomeriggi a settimana-lunedi,mercoledi e venerdi- nei saloni e nel cortile della nostra chiesa in compagnia di bambini dai 6 ai 14 anni tra compiti, giochi e preghiere. E giorno per giorno noi animatori, incaricati di seguire i bambini in ogni attività prevista, cerchiamo di trasmettere loro il messaggio cristiano attraverso un tema centrale che è il filo conduttore dell’oratorio: quest’anno abbiamo scelto everybody, termine inglese traducibile con “ogni corpo” o “tutto il corpo”.
Per far capire maggiormente ai ragazzi il significato di questo tema, Venerdi scorso in accordo con le parrocchie di Regina Pacis e Cristo Re, abbiamo deciso di far vivere loro un’esperienza diversa: tutte e 3 le parrocchie con i rispettivi animatori e bambini (circa 150 ciascuna) si sono riunite a Cristo Re per trascorrere insieme un pomeriggio di oratorio.
Cosi facendo, abbiamo tentato di dimostrare ai ragazzi che, al di là dei confini territoriali che ci dividono portandoci ad essere ciascuno della propria parrocchia, non dobbiamo mai dimenticare di essere un’unica entità al servizio del Signore, un unico corpo appunto. il vero segreto della forza infatti, è l’unità: non bisogna infatti vedere un’altra parrocchia come una rivale, bensì come una compagna che provvede, nel nostro stesso modo, a diffondere Gesù.
Proprio come gli occhi, le orecchie, le gambe o le mani, pur essendo membra differenti, fanno riferimento ad un unico corpo e contribuiscono al buon funzionamento di questo, cosi tutte e tre le parrocchie, per quanto differenti, sono indispensabili l’una per l’altra.
Come disse infatti San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, passo che ci è stato letto più volte durante la giornata: Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno.
Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.” Per rafforzare ancora di più il concetto di corpo unico, durante i giochi abbiamo composto 5 squadre, mescolando ragazzi di parrocchie diverse che in questo modo hanno avuto la possibilità di fare nuove amicizie.
Venerdi mattina noi animatori (un centinaio) ci siamo riuniti alle 10 e, con l’aiuto di rispettivi parroci, abbiamo organizzato i giochi, il teatro e le varie attività.
Per la mia personale esperienza, posso dire di aver conosciuto diversi animatori di altre parrocchie in questo arco di tempo e di aver condiviso con loro la mia esperienza.
Durante il pranzo poi, fatto anche questo in compagnia di tutti gli animatori, sono state ancora di più le occasioni per scambiarci i pareri o le aspettative per il pomeriggio imminente.
Alle 3 in punto la piazza antistante la chiesa di Cristo Re era gremita di bambini, di genitori e di animatori, che con un flash mob hanno accolto i bambini incitandoli a ballare a ritmo di diverse canzoni. In seguito siamo entrati nel cortile parrocchiale e qui si è tenuta la recita teatrale per presentare il personaggio che durante il pomeriggio avrebbe motivato i giochi: si trattava di Ercole, celebre eroe greco in cui, proprio per il suo ingegno e la forza del suo corpo, i bambini avrebbero dovuto immedesimarsi e affrontare i giochi. Questa rappresentazione, fatta davvero molto bene dai vari animatori, ha colpito molto positivamente i bambini: oltre a ridere, hanno preso seriamente e con spirito d’avventura i giochi che li attendevano. Al termine della rappresentazione , sono iniziate appunto le attività: io ero una delle animatrici a capo della squadra di Afrodite (per rimanere in tema, le squadre avevano i nomi delle divinità dell’Olimpo) e posso assicurare che i bambini si sono divertiti moltissimo.
Tra giochi con acqua, farina, tempera, sapone e percorsi con fango e vermi, tutti i bambini hanno trascorso il pomeriggio ridendo e divertendosi a sporcare soprattutto noi animatori, che non abbiamo potuto far altro che subire ogni sorta di “fantasia” dei piccoli pronti ad usare spugne, pistole d’acqua e quant’altro.
I gruppi erano formati da una settantina di bambini che, nonostante l’elevato numero, hanno obbedito agli animatori abbastanza da poter gestire bene i giochi e non creare problemi tra i vari gruppi. Nel mio gruppo, i bambini che facevano parte della mia parrocchia erano appena 20: ad ogni gioco però, positivamente sorpresa, ho notato che non erano un gruppetto compatto estraneo agli altri, bensì ognuno di loro aveva legato con i suoi coetanei componenti della squadra. Alla fine, stremati ma felici, ci siamo ripresi mangiando tantissimi dolci portati dalle varie famiglie: tra ciambellotti, pizze e pasticcini i ragazzi, con grande felicità soprattutto della componente maschile, hanno assistito ad una breve intervista fatta a Shiba, giovane giocatore della Sanbenedettese e a lui, parecchio interessati, hanno posto molte domande.
Una giornata alla scoperta del vero spirito cristiano, fatto appunto di unità,condivisione e socializzazione, non poteva che concludersi con la preghiera: ascoltando appunto le parole di San Paolo, sono certa che la maggior parte di loro si sia sentita un po’ come le orecchie, il naso o le gambe, componenti che, ognuna nel suo piccolo, contribuisce a rendere magnifico il corpo della Chiesa.
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