Papa Francesco arriverà oggi in un Brasile molto diverso da quello che Benedetto XVI ha conosciuto sei anni fa. Molto cambiato rispetto anche solo a qualche mese fa. Le moltitudini che hanno invaso le strade del Paese dal giugno scorso, nella più grande mobilitazione popolare degli ultimi 20 anni, avevano le più diverse richieste – dalla domanda di condizioni più degne di salute ed educazione a quella di mezzi di trasporto pubblici più a misura d’uomo. E questo risveglio popolare ha lasciato un segno. Infatti da queste parti si dice che “il gigante (il Paese dalle dimensioni continentali) si è svegliato”, contrariando la natura pacifica del popolo brasiliano. Le recenti proteste, ad eccezione di alcuni episodi inaccettabili di vandalismo e di violenza, sono legittime ed esprimono un positivo senso di cittadinanza che è maturato e trabocca in domande di più democrazia e giustizia. La rivendicazione di fondo è quella di una maggiore trasparenza nel governo e nella gestione della cosa pubblica. Si critica il fatto che si trovano i fondi pubblici per la Confederation cup e i mondiali di calcio del 2014 e non per la sanità l’educazione, i pensionati, ecc. Il governo brasiliano, nei suoi vari livelli è stordito, ha perso le sue sicurezze e letteralmente annaspa nella ricerca di una risposta valida da offrire. È questo il Brasile che attende Francesco: un Paese profondamente immerso nelle questioni sociali e nelle rivendicazioni politiche. Un Paese in fondo in profonda sintonia con Papa Francesco.
La sicurezza. Rio de Janeiro, una città di 6,3 milioni di abitanti, dagli enormi contrasti sociali, di certo non primeggia per la sicurezza. Ancora di più in questa stagione di proteste. Si prevedono già manifestazioni, approfittando della visibilità offerta dalla visita del Papa, che oltre che ad essere Sommo Pontefice, è anche un Capo di Stato. Questa è una grande preoccupazione del Governo di Rio e degli addetti alla sicurezza di Papa Francesco. 20 mila agenti di sicurezza saranno mobilitati durante la Gmg per garantire l’incolumità del pontefice e dei quasi 2 milioni di partecipanti previsti. Ma in fondo, quelli che alzano la voce nelle piazze e sulle strade hanno gli stessi aneliti di Papa Francesco: più uguaglianza, giustizia sociale, rispetto per l’uomo. Qui i timori sembrano superare di gran lunga una reale situazione di pericolo.
Verso le periferie. Le aspettative nei confronti questo grande evento pubblico che inaugura il pontificato di Francesco sono molte. Il primo Papa latinoamericano arriverà nella nazione più cattolica del mondo. E questo è un avvenimento non trascurato nemmeno dalle più laiche testate della stampa brasiliana. La Giornata Mondiale della Gioventù 2013 è “la” notizia del mese di luglio. Non manca chi si azzarda a profetizzare che i discorsi del Papa a Rio de Janeiro daranno il “la” al suo pontificato. don Agenor Brighenti, presidente dell’Istituto Nazionale di Pastorale della Conferenza Episcopale del Brasile crede che la chiamata ad andare incontro alle “periferie dell’esistenza” in modo accogliente e senza pregiudizi senz’altro ispireranno i gesti del papa in terre brasiliane. Il cambiamento stesso dell’agenda del Papa, che ora contempla una visita alla Favela di Manguinhos e ad un centro di recupero di tossicodipendenti è un segno in questa direzione. E nel presentare un volto “più compassionevole e più accogliente” della Chiesa, dice don Brighenti, probabilmente questa Gmg avrà un tono particolare che la distinguerà degli incontri precedenti.
I giovani. Certo, i più interessati a questa visita sono i giovani, che già arrivano numerosi da qualche giorno a Rio de Janeiro. La città sembra un grande cantiere giunto agli ultimi ritocchi per questo avvenimento cosi atteso. Da tener presente che i giovani che saranno a Guaratiba, a Copacabana, a Manguinhos per la Gmg sono gli stessi che hanno partecipato alle mobilitazioni di protesta. Da più di un anno si sono ritrovati a migliaia (qualche volta anche centomila) nelle grandi città del Brasile, ma anche in quelle più piccole e sperdute per prepararsi e per incominciare a vivere l’esperienza della Gmg. Il Vangelo – La “Buona novella” – con la sua forza rinnovatrice, continua a trovare nei giovani una porta per entrare ed essere accolto. Sono giovani “conectados”, come si presentavano sulla rete sociale che li ha raccolti durante questi mesi, in attesa della Gmg. Sono giovani che nella stragrande maggioranza studiano, lavorano, lottano per il proprio sostentamento. Sono giovani che ancora hanno nella fede un grande riferimento per la propria vita. Vengono da grandi e piccole città, alcuni percorreranno migliaia di chilometri. E per questo hanno risparmiato, si sono mobilitati per racimolare soldi, anche perché i loro amici potessero partecipare insieme a questo momento unico nella loro vita. Questi giovani ora fremono. Contano le ore che ormai li separano dal grande avvenimento. E con spirito di comunione, di solidarietà, di gioia traboccante, non vedono l’ora di gridare: Francesco! Francesco! Francesco!