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Riconciliarsi con Dio

Di Maria Chiara Biagioni

“Quinta da Boa Vista”: un immenso parco, attraversato da laghetti. Con ponti, viali e addirittura un giardino zoologico con 2.000 specie di animali. È in questo angolo di paradiso a Rio de Janeiro che gli organizzatori della Gmg hanno adibito uno spazio per le confessioni. Anche Papa Francesco è venuto qui verso le 9 di questa mattina ed è venuto in veste di semplice parroco: ha confessato cinque giovani, tre ragazze e due ragazzi, di lingua spagnola, italiana e portoghese.

Le confessioni e la preghiera. Dopo l’indimenticabile festa con Papa Francesco a Copacabana, oggi è il giorno della preghiera, della riconciliazione con Dio. In un’area riservata del parco, c’è una distesa di 50 confessionali bianchi dove i ragazzi ordinatamente si mettono in fila in attesa di parlare con il sacerdote. E mentre più in là, nella zona adibita alla “Feira vocacional”, la festa continua, tra balli, samba, musica e stand, qui c’è un rigoroso silenzio. “Sono qui – dice Gisele, 25 anni, brasiliana – per essere più vicina a Dio e prepararmi spiritualmente a vivere gli appuntamenti finali con la Gmg”. Ma la confessione ha ancora senso oggi? “Ha senso – risponde – perché ogni volta che mi confesso sperimento profondamente l’amore di Dio e nel cuore scende una pace che non saprei ora descrivere”. “Sono giornate intense, ricche di preghiera e d’incontro, che aiutano i giovani a rimettersi in gioco sul piano della fede – racconta un sacerdote appena uscito dal suo turno di due ore in confessionale – la speranza è quella che con la preghiera e la vita comunitaria, riescano a vivere un vero cammino di fede”. A fianco dei confessionali, è stata costruita una tenda di 600 metri quadrati per l’adorazione del Santissimo Sacramento. Ci si entra in punta di piedi perché qui si fa sul serio. Non si grida, non si parla. Sono tutti lì, in centinaia, inginocchiati davanti all’altare.

La “Feira vocacional”. Il parco è anche la sede della “Feira vocacional”: una esposizione colorata, rumorosa, festosa dove in circa 100 stand si fa conoscere ai giovani la vita della Chiesa. Ce n’è per tutti i gusti e le predisposizioni: dalla famiglia francescana “Paz e Bem” alla Comunidade Católica Shalom. In tutto 16 movimenti, 20 nuove comunità, 23 ordini religiosi maschili e 44 femminili. C’è anche lo stand dell’arcidiocesi di Buenos Aires letteralmente assediato dalla gente. Ad animarlo sono i giovani dell’Azione Cattolica. Hanno avuto tutti – dicono – un rapporto personale con papa Bergoglio. Tra loro c’è anche Sebastian, 25 anni, che un mese fa ha addirittura ricevuto una telefonata sul suo cellulare direttamente dal Papa. “Rispondo e sento che mi dice: sono Francisco. E io gli rispondo: Jorge! Come stai? Mi ha detto che aveva letto la mia lettera dove gli raccontavo un po’ di me, mi ha incoraggiato ad andare avanti con forza e allegria e mi ha chiesto di continuare a pregare per lui”.

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