MARTINSICURO – È recente la notizia circa un raid effettuato dalle forze dell’ordine di San Benedetto del Tronto in zona Bonifica Tronto che ha condotto all’arresto di quattro prostitute di nazionalità nigeriana, in possesso di regolare permesso di soggiorno e residenti tra Martinsicuro e Sant’Egidio alla Vibrata.
Episodi simili risultano all’ordine del giorno sulla ‘strada della prostituzione’ ed ogni volta quello che più colpisce sono le vittime tristemente consapevoli di questa aberrante violenza ad opera dei loro carnefici (protettori e clienti). Su quelle strade ogni giorno decine di volontari decidono di scendere, donando un aiuto concreto alle molte vittime dello sfruttamento sessuale coatto. Una delle più importanti realtà diocesane che si occupa di fenomeni legati alla prostituzione (e non solo) è l’associazione umanitaria On The Road.
I volontari di On the Road operano a favore delle donne vittime di violenza e di tutta quella gente senza fissa dimora; l’associazione si batte contro la tratta degli esseri umani e a sostegno delle loro numerose vittime. L’associazione On the Road nasce nel ’90 da un gruppo di volontari, con lo scopo di debellare il fenomeno della tratta degli esseri umani, e quindi, della prostituzione coatta a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo. L’esperienza sul campo ha successivamente permesso all’associazione, di rivolgere la propria attenzione anche ad altri fenomeni di emarginazione sociale. Si è, quindi, deciso di contribuire alla causa, muovendosi in altri ambiti: immigrazione, rifugiati e richiedenti asilo politico, violenza di genere, persone senza dimora. Oggi l’associazione si avvale anche della collaborazione di professionisti del sociale (psicologi, sociologi, avvocati e mediatori culturali) mettendo a disposizione servizi di ascolto e reinserimento sociale e lavorativo. On The Road opera su territorio marchigiano, abruzzese e molisano.
L’associazione On The Road ci ha gentilmente rilasciato quest’intervista in cui si racconta e chiarisce alcuni aspetti legati al loro lavoro, ponendo altresì delle interessanti considerazioni circa la discriminazione di genere e l’impegno sociale ed umanitario speso, affinché la loro attività possa proseguire concretamente anche in futuro. La parola, quindi, all’associazione On The Road, che ringraziamo per la disponibilità e l’attenzione che ci ha riservato.
Quando e come nasce On The Road? Chi ne fa parte?
L’Associazione On the road Onlus nasce nel 1990 grazie all’impegno di un gruppo di cittadini volontari che cominciarono a scendere in strada per parlare con le persone sfruttate nella prostituzione nella zona della Bonifica del Tronto (in quel periodo si trattava prevalentemente di giovani donne albanesi e nigeriane e di transessuali italiane e brasiliane) e cercare di aiutarle. In molti casi ospitarono queste persone a casa loro e riuscirono ad ottenere dei risultati anche in assenza di mezzi. Successivamente l’organizzazione si strutturò formalmente come associazione di volontariato (poi Associazione Onlus) e, grazie a finanziamenti locali nazionali e comunitari e alla dedizione, competenza e passione di volontari e operatori estese le proprie attività nei territori di Marche, Abruzzo e Molise.
Fin dalla sua fondazione, On the Road ha svolto con coerenza e coraggio azioni concrete e fondate sui principi della condivisione e della solidarietà, e per questo è diventata una delle organizzazioni di riferimento rispetto alla lotta alla tratta, sia nel panorama italiano che internazionale. Oltre a continuare il lavoro di contatto, accoglienza e sostegno di migliaia di persone in difficoltà, On the Road ha sviluppato modelli innovativi di intervento, percorsi formativi per operatori sociali, ha contribuito a migliorare le politiche del settore grazie ad un continuo confronto con amministrazioni locali e referenti nazionali e transnazionali.
Di fatto, l’Associazione è oggi riconosciuta – a livello internazionale – come una delle più autorevoli e preparate a svolgere le più complesse azioni dei programmi di assistenza ed integrazione sociale nel nostro Paese, non dimenticando mai di far sentire forte la sua voce di denuncia e di lotta alle cause (economiche, sociali, culturali) che sono all’origine degli abusi, del disagio e dell’emarginazione degli esseri umani.
Oggi fanno parte di On the Road più di 50 soci, molti dei quali lavoratori dell’associazione. Nell’associazione operano figure professionali specializzate negli interventi sociali che l’associazione mette in campo: operatrici e operatori di strada che contattano le persone che si prostituiscono in strada e al chiuso, mediatori e mediatrici interculturali, operatrici che svolgono servizi di ascolto e di accompagnamento nei percorsi di accoglienza e reinserimento lavorativo, avvocati che assistono le vittime, psicologhe, sociologi, e altri professionisti e professioniste di varie formazioni che insieme offrono un servizio poliedrico che vede sempre al centro la persona in difficoltà, sfruttata, emarginata, discriminata.
Di cosa si occupa On The Road? Quali progetti state portando avanti?
L’esperienza della complessità e delle problematiche dell’esclusione sociale hanno portato negli anni ad un ampliamento degli interventi legati agli scenari dell’immigrazione (soprattutto in riferimento agli ambiti delle diverse forme di tratta di esseri umani, dell’industria del sesso in strada e in appartamento, del lavoro forzato – anche ad opera di soggetti ed organizzazioni criminali – del lavoro domestico, dell’accattonaggio e di altre attività illegali forzate, traffico di organi, adozioni internazionali illegali, della violenza sulle donne, dell’abuso di sostanze psicotrope e dell’esclusione delle persone senza dimora).
Al fine di aumentare nelle persone le possibilità di autotutela, di affrancamento da tali forme di disagio, violenza e sfruttamento e per offrire loro percorsi di inserimento sociale e lavorativo, di autonomia ed autodeterminazione, On the Road ha messo in campo servizi diversificati ed integrati; dal 2000 gestisce i programmi di assistenza e integrazione sociale ai sensi dell’art. 18 D.Lgs. 286/98 e dell’art. 13 L. 228/2003 (quindi la postazione locale per Marche, Abruzzo e Molise del Numero Verde Nazionale sulla tratta); coadiuvata dal circuito SPRAR (Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), interviene in favore di rifugiati e richiedenti asilo, anche con figli a carico. Ancora, dal Maggio 2009, per conto della Provincia di Fermo, l’Associazione coordina il Centro Antiviolenza donne “Percorsi donna” per intervenire sul fenomeno della violenza di genere e dal 2010 ha attivato il Centro Polifunzionale Train de vie per persone senza dimora, Help Center presso la stazione ferroviaria di Pescara, dove quotidianamente gli operatori offrono servizi di vario genere a persone senza dimora o con altri problemi (sofferenze psichiche, tossicodipendenza, povertà).
L’Associazione è impegnata in diversi progetti, locali, nazionali ed internazionali. Ne segnaliamo alcuni fra quelli attivi in questo momento.
Il progetto “Violence in Transit” finanziato dalla Commissione Europea (programma Daphne), coordinato da On the Road e realizzato da un partenariato con ONG italiane, portoghesi e spagnole, con la partecipazione di altri enti rilevanti le Ferrovie dello Stato italiane e l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Il progetto ha come obiettivo la creazione di modelli di intervento (a partire da ricerche sul campo e sperimentazioni di interventi sociali nelle stazioni di Pescara, Oporto e Barcellona) per prevenire e contrastare fenomeni di esclusione sociale e violenza che hanno per protagonisti i giovani.
Il progetto “Vie d’Uscita”, in partenariato con Save the Children Italia, è invece volto a rafforzare la protezione dei minori vittime di sfruttamento e tratta.
A livello locale, l’obiettivo di “Percorsi di orientamento e avviamento al lavoro” (Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini dei Paesi Terzi – a titolarità della Provincia di Ascoli Piceno), è quello di promuove l’occupabilità di cittadini di paesi terzi senza lavoro, con l’offerta di servizi di informazione, orientamento al lavoro.
Insieme alla Caritas di Pescara On the Road porta avanti il progetto “Agar”, rivolto a vittime di tratta, in particolare sfruttate nella prostituzione, provenienti da minoranze etniche.
La Fondazione CARISAP ha finanziato il progetto “PartecipAttivi”, che ha offerto l’opportunità a 15 giovani laureati ( tra i 23 ed i 35 anni), residenti in Provincia di Ascoli Piceno, di svolgere un percorso formativo e successivamente una work-esperience presso l’Associazione On the Road.
Quali sono state le battaglie che avete combattuto e di cui andate più fieri?
Possiamo ben dire che in tutti questi anni di duro lavoro a contatto con tematiche come lo sfruttamento, la tratta delle persone vittime di violenze inaudite e di gravi lesioni dei diritti fondamentali di ogni essere umano, ciò di cui siamo più fieri sono – da sempre e ancora oggi, tutte le volte – le battaglie che combattiamo insieme alla persona vittima di sfruttamento, di violenza, tratta, esclusione sociale, marginalità e discriminazione. Recentemente e grazie all’impegno dei suoi legali, l’Associazione, costituitasi parte civile a fianco delle vittime nel processo contro un gruppo di sfruttatori nigeriani, è riuscita a far sì che venisse concesso alle vittime il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno. Siamo convinti che non esiste e non esisterà mai una cifra tale da riuscire a risarcire anni di violenze e sfruttamento ai danni delle persone vittime, ma con questo processo grandi passi avanti sono stati compiuti.
A livello di miglioramento del sistema anti-tratta l’associazione On the Road ha ampiamente contribuito a creare il sistema nazionale anti-tratta, promuovendo, insieme ad altre organizzazioni, l’inserimento dell’art. 18 nella Legge 286/1998 (Testo Unico sull’Immigrazione), che permette di inserire le vittime in un percorso di protezione sociale e che finanzia buona parte degli interventi sociali sulla tratta in Italia, e l’approvazione della Legge 226/2003 che, oltre a definire il reato di tratta e le pene per i criminali che lo agiscono, favorisce l’identificazione delle vittime e il primo supporto.
Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel corso degli anni?
I nostri servizi, nonostante siano, s’è già scritto, un punto di riferimento per centinaia di persone con gravi problematicità in ben tre regioni italiane, nonostante rappresentino un supporto indispensabile per le istituzioni locali, le forze dell’ordine, i servizi socio-sanitari e tutta la rete che si occupa di diverse forme di esclusione sociale, continuano ad essere finanziati solo da progetti a termine e rischiano continuamente di scomparire a causa della mancanza di finanziamenti. Oggi, che la crisi economica costringe sia il governo che gli enti locali a ridurre la spesa pubblica, l’associazione sta vivendo una grande sofferenza, i lavoratori non percepiscono lo stipendio e si rischia di vanificare tanti anni di esperienza e di buttare via un patrimonio di conoscenze e servizi a favore delle fasce sociali più deboli.
Un’altra difficoltà che quotidianamente gli operatori e le operatrici devono affrontare riguarda la discriminazione e l’etichettamento di cui sono spesso vittima le persone con cui lavoriamo. Spesso viene esercitata una condanna morale verso persone coinvolte nella prostituzione forzata o nei confronti di persone vittime di esclusione sociale. Invece di indignarsi con chi sfrutta queste persone o contro i meccanismi che determinano situazioni di povertà estrema, l’opinione pubblica, e a volte media e politici locali, preferiscono attaccare le vittime, rendendo ancor più difficile ogni tentativo di proporre loro percorsi di re-inserimento sociale e lavorativo.
Com’è possibile sostenere On The Road?
Per sostenere On the road ci sono diversi modi: attraverso donazioni, 5 per mille e anche attraverso il lavoro volontario presso le nostre strutture, ma soprattutto contribuendo a diffondere una visione non stigmatizzante delle persone in stato di bisogno con cui lavoriamo, evitare rappresentazioni sociali sbagliate e discriminatorie, in particolare nei confronti di persone che sono costrette a prostituirsi o delle persone senza dimora o appartenenti a minoranze fortemente penalizzate (ad esempio, la comunità Rom).
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