Di Achillina Buonfigli

ACQUAVIVA PICENA – A Sapanta, un piccolo paese della Romania, ad attirare frotte di turisti è un cimitero allegro: le sue lapidi, in legno dipinto di azzurro, ritraggono il defunto in una coloratissima scena della sua vita e lo ricordano con una poesia.
Sarà per la inconsueta vivacità dei colori o per l’efficacia della scenetta riprodotta o per la schiettezza della poesia, fatto sta che si ha la sensazione che quelle persone continuino a vivere. E così si esce da quel luogo sacro con una intima letizia che porta a riflettere su una profonda verità: Cristo ha sconfitto la morte.

E con questo stato d’animo sono uscite dalla Chiesa di San Nicolò di Acquaviva Picena , coloro che, lunedì 5 agosto, hanno partecipato alle esequie di Angela vedova Spaccasassi , “la nostra sorella Angela, mia madre” come h recitato ogni volta, durante la Messa da lui celebrata, padre Giuseppe.

Padre Giuseppe degli Agostiniani Scalzi è lontano dalla sua Acquaviva ormai da 25 anni avendo svolto il suo apostolato prima a Palermo ed ora a Genova presso il Santuario della Madonnetta.

Le esequie della sig.ra Angela sono state il colloquio di un figlio con sua madre: l’ha accolta dicendole:”vedi mamma che sei tornata nella tua Acquaviva, proprio sotto la casa che abitavi da ragazza!”. Nell’affettuoso colloquio (tale è stata l’omelia di padre Giuseppe), hanno trovato posto il ricordo della sua fede semplice e profonda, della sua carità verso lo straniero che bussava alla porta, della sua misericordia che l’ha accompagnata fin sul letto di morte.
E poi la gratitudine di un fratello verso la sorella e la sua famiglia che per 10anni hanno accudito i “suoi” genitori,rinunciando per questo ad ogni opportunità che la vita offriva loro…
E’ fin troppo facile e scontato dire che l’albero i riconosce dai frutti, ma in questo caso è solamente vero.
E poi il ricordo dei loro cari citati ad uno ad uno: sembrava di assistere ad una di quelle lunghe processioni notturne dove i primi sono già entrati nella chiesa illuminata e gioiscono, mentre gli altri stanno ancora camminando nel buio. La morte è solo varcare il portone di quella chiesa pr ritrovare gli altri e gioire con loro “tutti insieme in un piccolo pezzo di Paradiso largo 20 metri.” E poi ancora la poesia delle piccole cose quotidiane… Solo in ultimo una frase di questo colloquio “ io per te ero un sacerdote e tu la madre di un sacerdote” ha rivelato la gioia e la fierezza di una madre che ha un figlio prete.

Grazie padre Giuseppe per le tue serene riflessioni. A te e ai tuoi familiari giungano le condoglianze della redazione.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *