Di Alessandro Civardi
ACQUAVIVA – Gli anni passano ma la crisi economica è sempre più opprimente. I dati che snocciola la televisione sono impressionanti: i giovani faticano a trovare lavoro e chi lo perde non riesce a ricollocarsi. Andare avanti in queste situazioni, spesso, diventa un calvario. Molte famiglie arrivano a perdere l’unica fonte di sostentamento e la vita quotidiana diventa una sfida. Chiedere aiuto è difficile, spogliarsi del proprio orgoglio può diventare un ostacolo insormontabile.
In queste situazioni un ruolo fondamentale può giocarlo la comunità cristiana. La stragrande maggioranza dei parroci sa e agisce di conseguenza. Che sia un pacco di pasta, una bolletta da pagare o qualche soldo per far andare avanti l’economia della casa, la cassa parrocchiale è sempre aperta, ovviamente per quanto possibile e nel silenzio. Ma non sempre questo basta.
Ecco allora che l’iniziativa messa in campo dalla parrocchia di San Nicolò di Acquaviva Picena è di quelle che lasciano il segno. A qualunque ora del giorno si entri in chiesa, alla sinistra dell’ingresso, vi è un cesto di vimini con una scritta che recita: “Chi ha dia, chi non ha prenda”. Semplice, chiaro, inequivocabile. E nel cesto tutta una serie di banconote da 5 euro e di monete.
Un concreto messaggio che mette a nudo la coscienza di ognuno. Alla mercè di tutti si dirà, di sicuro andranno nelle mani sbagliate. Ma ne siamo proprio così sicuri? La fiducia nel prossimo è forse una delle poche cose che ancora non ci è stata tolta. Ci stanno provando in tutti i modi a metterci gli uni contro gli altri, a far diventare il nostro cuore arido, a chiuderci nel nostro orticello.
Ma poi basta un semplice gesto di un parroco o di un’intera comunità – non ce ne voglia il fautore dell’iniziativa se non siamo in grado di indicarlo in maniera specifica ndr. – per far riaffiorare quello che ci hanno sempre insegnato: l’altro è un fratello che va aiutato.
Non sappiamo se chi ha davvero bisogno abbia attinto da quel cesto. Ma se ti senti perso ed entri in chiesa per cercare conforto, un piccolo gesto come questo può infonderti la speranza, che non sei solo e che la carità cristiana esiste ed è reale.
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