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L’Anci Marche chiede la sospensione dell’acquisto degli F35

L’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani delle Marche, ha deliberato la propria contrarietà al programma di acquisto degli aerei da caccia JSF/ F35. Il Direttivo dell’ANCI Marche ha infatti nella riunione del 2 agosto, approvato l’ordine del giorno che prevedeva la richiesta di sospensione della partecipazione italiana al programma di realizzazione di tali aerei.

Il documento approvato è stato inviato al Presidente Letta, ai Ministri della Difesa, Economia, Affari Regionali, Presidente Camera e Senato, Parlamentari Marchigiani e al Presidente Nazionale dell’ANCI Piero Fassino. Nella delibera si chiede al Governo che si impegni “a destinare le somme risparmiate alle amministrazioni pubbliche e ad investimenti pubblici riguardanti la tutela del territorio nazionale dal rischio idrogeologico, la tutela dei posti di lavoro, la sicurezza dei lavoratori e a destinare le strutture di supporto tecnico già realizzate ai centri di ricerca universitari.

Il Sindaco di Senigallia Mangialardi, attualmente Presidente di ANCI Marche, si è notevolmente impegnato per la cancellazione del programma JSF/F35. Nelle Marche significativa è l’attenzione e l’impegno dell’Università Per la Pace che insieme alla Scuola di Pace di Senigallia, ha sottoscritto un appello per la cancellazione del programma degli F35 a fine luglio 2013. Tale appello è stato quindi lanciato a tutti gli enti, associazioni e gruppi che si occupano e si interessano dei temi legati alla pace, ritenendo che “E’ indispensabile in questo momento creare un fronte il più ampio possibile di persone che facciano sentire la propria voce, in modo che in maniera democratica, con la pressione della maggior parte dei cittadini, si possa costringere la politica a rivedere le sue scelte prima della stagione autunnale. Oggi, anche sulla spesa militare, si gioca il bene comune, cioè la vita di tutti e di ciascuno.” Obiettivo quindi creare un movimento dal basso che metta il bene comune al centro delle scelte politiche.

Il documento regionale dell’Anci ripercorre la situazione e evidenzia che “non esiste a tutt’oggi alcun impegno all’acquisto di questi velivoli; non c’è alcun contratto firmato e tantomeno alcuna penale.” Tuttavia “l’argomento che viene utilizzato dai sostenitori del programma sarebbe di natura operativa e riguarderebbe il fatto che le capacità militari dell’Aeronautica oggi” sono garantite da velivoli che “devono essere sostituiti perché vicini alla fine della loro vita operativa”. Ma tali velivoli da acquistare non garantiscono un alto livello tecnologico e per di più “dal punto di vista operativo, inoltre, va tenuto presente che nella nuova situazione geopolitica difficilmente potrà configurarsi, per l’Italia, la necessità di dover sostenere un conflitto ad alta intensità tale da giustificare un “cacciabombardiere di superiorità aerea”. L’Anci ricorda poi che “la nuova normativa e le nuove procedure adottate consentono di ripensare qualunque programma e attribuiscono al Parlamento un ruolo decisivo, di cui il Parlamento stesso deve fare oculato e motivato uso, soprattutto in presenza di tagli ai vari settori delta vita pubblica, che sono continui e pesanti, mentre i costi per il programma F-35 appaiono francamente esorbitanti e fuori luogo.” Quindi non solo il progetto di tale acquisto si situa in una fase storica superata, ma ci sono delle criticità legate alla tecnologia usata e c’è una fase attuale di crisi che ha toccato la situazione finanziaria dei Comuni, per cui si possono convogliare le risorse verso gli enti locali e i cittadini. La delibera dell’Anci che si può leggere qui.

Monica Vallorani:

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