È il nunzio apostolico in Venezuela l’arcivescovo Pietro Parolin, 58 anni, vicentino di origine, il nuovo segretario di Stato scelto da Papa Francesco e di cui è stato dato l’annuncio ufficiale.
Sostituisce nell’impegnativo compito il cardinale Tarcisio Bertone che ha ricoperto l’incarico dal 2006.
Sostituisce nell’impegnativo compito il cardinale Tarcisio Bertone che ha ricoperto l’incarico dal 2006.
La lunga esperienza di Parolin nella carriera diplomatica (è nel servizio diplomatico della Santa Sede da quasi 30 anni) garantisce al nuovo segretario di Stato una conoscenza diretta di molte delle situazioni più delicate che stanno a cuore alla Chiesa e a Papa Francesco. Nel suo servizio si è occupato, tra l’altro, di Cina e di altri Paesi orientali, di Nigeria e di Messico, di rapporti con Israele fino al Venezuela di Chávez dimostrando sempre una grande capacità umana e pastorale, oltre che una grande preparazione. In questi anni ha avuto modo di conoscere bene Papa Bergoglio, tanto che questi lo ha chiamato accanto a sé per questo importantissimo compito.
Quando è stato dato l’annuncio della notizia nella diocesi di Vicenza, Chiesa natale di monsignor Parolin, molte campane hanno suonato a festa. La diocesi berica ha salutato con grande gioia la notizia della nomina di un sacerdote vicentino a segretario di Stato, soprattutto per la stima e l’affetto di cui monsignor Pietro Parolin ha sempre goduto da parte del clero e dei fedeli.
Il vescovo di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol ha subito inviato una lettera gratulatoria a monsignor Parolin (che ha sempre mantenuto il legame con la propria comunità parrocchiale di origine di Longa di Schiavon e con la diocesi berica) manifestando la gioia della Chiesa vicentina per questa nomina che ritiene un “onore” per tutta la diocesi. Il vescovo ha assicurato al confratello la vicinanza e la preghiera per il delicatissimo incarico che gli è stato affidato. Monsignor Pizziol ha ricordato i molti incontri con monsignor Parolin e come di lui abbia sempre apprezzato l’affabilità, la semplicità e la competenza per cui è sempre stato conosciuto e stimato e che tanto lo avvicinano allo stile pastorale di Papa Francesco.
Monsignor Pietro Parolin, il più giovane segretario di Stato dai tempi di Eugenio Pacelli che lo divenne nel 1930 quando non aveva ancora 54 anni, assume questa responsabilità in un momento particolarmente delicato per la Chiesa, per l’Italia e per il mondo. E sono significative, a tale proposito, le parole con cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha salutato la nomina di Parolin. “Sono certo che grazie alla Sua presenza al vertice della Segreteria di Stato, le nostre relazioni continueranno ad arricchirsi di nuovi contenuti e la nostra collaborazione a difesa della pace e della giustizia nei diversi scenari internazionali potrà ulteriormente consolidarsi”.
La dimensione dell’universalità della Chiesa che l’elezione di Papa Francesco ha, se possibile, accentuato, andrà curata e accompagnata in modo semplice ma al contempo autorevole. La Chiesa ha oggi, forse più di ieri, una grande responsabilità nel contribuire a sviluppare rapporti positivi tra gli Stati e a dire parole e a porre segni di pace in molte zone del pianeta lacerate da conflitti e guerre a cominciare dall’area del Mediterraneo. In questa prospettiva la grande preparazione diplomatica coniugata con la sensibilità pastorale che ha sempre mantenuto saranno utilissime a monsignor Parolin.