MONTEMONCACO – Presso casa Gioiosa in Montemonaco, si è svolto dal 23 al 25 agosto il XXIII incontro sulle famiglie. Abbiamo intervistato gli organizzatori del Convegno, Marco e Anelide Mori che ci raccontano la loro esperienza. Seguiranno altre testimonianze.
Perchè avete scelto di trattare questo tema?
Quest’anno l’organizzazione del Convegno è stata diversa: è stata il frutto di più realtà ecclesiali, con differenti carismi, che si sono messe insieme a tavolino con la voglia di collaborare. Insieme abbiamo scelto di trattare questo tema cercando di fare unità, tenendo presente le idee di tutti. Abbiamo pensato all’esigenza della parrocchia di capire come evangelizzare le famiglie, soprattutto quelle giovani, e il bisogno della famiglia di evangelizzare i propri figli.
Quali sono stati i punti forti del convegno?
Per la prima volta non riusciamo a rispondere dicendo: è stato questo oppure è stato quello, perché in ogni momento ognuno ha attinto ciò che serviva per sé. Possiamo dire che il relatore ha saputo dare ai convenuti, secondo le risonanze raccolte, molti input pratici per un’educazione cristiana da vivere nella propria realtà e nella propria parrocchia, input che hanno soddisfatto le aspettative di chi era venuto col desiderio di crescere come genitore e di dare un volto cristiano alla propria famiglia. La novità di quest’anno sono stati i laboratori costruiti dalla dott.ssa Maria Chiara Verdecchia, per genitori e figli, che hanno riportato i coniugi a porsi di fronte invece che di fianco, con Cristo al centro. Infatti ai laboratori ha fatto seguito l’Adorazione Eucaristica dove ogni famiglia ha portato davanti a Gesù il proprio impegno. Abbiamo visto tanta commozione negli occhi delle coppie al termine dell’Adorazione, anche il Vescovo si è commosso vedendo le famiglie inginocchiarsi a turno davanti all’altare.
I figli hanno vissuto ugualmente esperienza significative?
I figli sono stati accompagnati per tutto il tempo del convegno dai ragazzi del Circolo Parrocchiale S. Giuseppe con esperienze significative. Quest’anno hanno fatto anche il percorso dei laboratori del sabato pomeriggio divisi per fasce di età: due percorsi preparati sempre dalla dott.ssa Maria Chiara Verdecchia e animati dagli educatori degli Oratori della Diocesi, per i bambini, e da don Matteo e Ambra, per i sedici adolescenti che hanno svolto un lavoro sui propri bisogni.
A conclusione di tale evento quali sono le vostre considerazioni?
I motivi del “successo” di questo Convegno sono stati la preghiera e l’unità delle differenze di carismi. La preghiera di tutti, soprattutto del nostro Vescovo che ci ha accompagnato in questi tre i giorni e delle Sorelle Clarisse del Monastero di Santa Speranza. Secondo punto di forza è stata l’unità che è scaturita dalla bellezza di organizzare insieme pur avendo carismi diversi.