ECONOMIA – La vita è fatta di storie. A volte belle e interessanti altre volte tristi e amare ma tutte pronte ad insegnare qualcosa.
In tempi di crisi, come quelli che stiamo vivendo, si ha bisogno di sentirsi raccontare storie di altruismo, di cooperazione, racconti che diano una speranza a chi non ce la fa. E di queste ce ne sono ma non abbastanza.
Prendiamo l’esempio di un’azienda, senza specificarne il nome o l’ubicazione, perché, in fondo, si tratta di una storia di uomini, l’azienda potrebbe essere una come tante.
La ditta è florida e riesce a far fronte a tutti i pagamenti nei confronti sia dei fornitori che dei dipendenti onorandone i contratti.
Poi arriva un giorno che i costi superano i ricavi allora la proprietà decide che bisogna intervenire per limitare le spese.
Dopo giorni di studio la soluzione si trova. Vietato assolutamente parlare di licenziamenti che alle famiglie poi chi ci pensa. Ma anche evitare la cassa integrazione per i dipendenti che butta giù il morale e dà sentore che le cose non vadano.
La soluzione è semplice: abbassare del 10% la retribuzione, più che degna, dei dirigenti e limare i bonus di produzione e le spese delle trasferte.
Quello dei dirigenti sarebbe un taglio minimo che dà fastidio ma che potrebbe essere accolto con magnanimità se si pensasse anche agli altri oltre che a se stessi.
Ma i “capi” non ci stanno. Si indignano, alzano la voce e non esitano un attimo ad adire le vie legali contro l’azienda forti del loro contratto.
Per carità avranno avuto le loro buonissime ragioni ed hanno esercitato un loro diritto nel far valere il contratto, ma alla fine la ditta una soluzione l’ha dovuta trovare lo stesso.
Niente taglio agli stipendi dirigenziali ma conferma del resto con i dipendenti, tutti, rassegnati ma grati per aver conservato il posto di lavoro. Ciò comporta che hanno sì lavorato e con lena per guadagnare qualcosina in più, ma ciò non gli sarà riconosciuto lasciandoli, quindi, orfani di una maggiore entrata che poteva contribuire alle economie domestiche di ognuno.
Tutto questo per far riflettere un attimo la gente. Che sia una piccola azienda o una grande o anche una grandissima come una nazione se a fare un po’ di sacrificio sono in primis quelli che hanno di più, e che quindi potrebbero non risentire poi granché della rinuncia, a beneficiarne sarebbero tutti.
Le famiglie avrebbero un minimo di ossigeno e le persone serie vedendo che a dare il buon esempio sono gli altri accetterebbero con maggiore buon grado i tagli, qualora fossero necessari, nonostante tutto.
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