ROMA – “Lasciatevi guardare dal Signore!”. È il primo invito rivolto dal Papa ai catechisti, nella catechesi tenuta questo pomeriggio in Aula Paolo VI, a conclusione della seconda giornata del congresso internazionale di catechesi. “Tre punti”, nello schema dei “vecchi gesuiti”, ha annunciato il Papa agli oltre 1.600 partecipanti, che lo hanno ascoltato per circa mezz’ora e lo hanno ripetutamente salutato con gli applausi. L’esortazione iniziale di Papa Francesco è stata a “essere”, e non a “fare” i catechisti: per questo al primo posto ci deve essere la “familiarità” con il Signore. “Essere catechisti”, per il Papa, significa anche “dare testimonianza della fede, essere coerente nella propria vita, e questo non è facile”, ha ammesso, citando una frase che san Francesco diceva sempre ai suoi frati: “Predicate sempre il Vangelo, e se fosse necessario anche con le parole”. La platea ha salutato questa citazione con un applauso, subito dopo aver ascoltato il Papa che, come è ormai consueto anche durante le udienze del mercoledì, ha instaurato un dialogo con i fedeli: “Essere catechisti chiede un amore sempre più forte a Cristo, e questo amore non si compra nei negozi, ma qui a Roma, viene da Cristo”.
“Dobbiamo ripartire da Cristo”, l’invito di fondo di Papa Francesco ai catechisti, che nella catechesi ha dato una triplice risposta al “cosa significa” questo atteggiamento. Oltre ad “avere familiarità con Lui”, ha spiegato, “ripartire da Cristo significa imitarlo nell’uscire da sé e andare incontro all’altro”. “Il cuore del catechista – ha detto il Papa – è in un movimento di sistole e diastole: l’amore di sé e l’incontro con gli altri”. Il catechista “non prende la percentuale, il catechista è lì, nell’incrocio dei due doni”. “È così che batte il cuore di un catechista”, le parole del Papa, che ha aggiunto: “Non capisco come un catechista possa rimanere fermo, senza questo movimento”. In terzo luogo, ripartire da Cristo significa “non aver paura di andare con Lui nelle periferie”: “Se un catechista si lascia prendere dalla paura è un codardo, se sta tranquillo finisce per essere una statua da museo, e ne abbiamo tante oggi!”, il grido d’allarme del Papa, secondo il quale “se un catechista è rigido diventa incartapecorito, diventa uno scheletro”. “Quando un cristiano è chiuso si ammala”, ha ricordato. “Preferisco mille volte una Chiesa incidentata e non una Chiesa ammalata”, ha ribadito tra gli applausi.
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