“Dobbiamo ripartire da Cristo”, l’invito di fondo di Papa Francesco ai catechisti, che nella catechesi ha dato una triplice risposta al “cosa significa” questo atteggiamento. Oltre ad “avere familiarità con Lui”, ha spiegato, “ripartire da Cristo significa imitarlo nell’uscire da sé e andare incontro all’altro”. “Il cuore del catechista – ha detto il Papa – è in un movimento di sistole e diastole: l’amore di sé e l’incontro con gli altri”. Il catechista “non prende la percentuale, il catechista è lì, nell’incrocio dei due doni”. “È così che batte il cuore di un catechista”, le parole del Papa, che ha aggiunto: “Non capisco come un catechista possa rimanere fermo, senza questo movimento”. In terzo luogo, ripartire da Cristo significa “non aver paura di andare con Lui nelle periferie”: “Se un catechista si lascia prendere dalla paura è un codardo, se sta tranquillo finisce per essere una statua da museo, e ne abbiamo tante oggi!”, il grido d’allarme del Papa, secondo il quale “se un catechista è rigido diventa incartapecorito, diventa uno scheletro”. “Quando un cristiano è chiuso si ammala”, ha ricordato. “Preferisco mille volte una Chiesa incidentata e non una Chiesa ammalata”, ha ribadito tra gli applausi.