“Come comunità ecclesiale non possiamo tacere – scrive il presule – pensando che nelle parrocchie può avvenire una forte educazione delle coscienze anche su questo tema. Ecco perché vi scrivo, esortando parroci, catechisti ed insegnanti di religione, a non tacere e ad inserire il rispetto della donna tra i temi di educazione morale”. Mons. Morosini, dopo aver invitato “non solo a protestare” ma anche a “riflettere sulla liberalizzazione della pornografia”, sottolinea che la violenza sulle donne tocca anche le mura domestiche del territorio calabrese “alcune volte da loro sopportata eroicamente, ma il più delle volte subita tragicamente, perché manca il coraggio della denuncia”. Da qui alcune considerazioni per reagire “con tutte le forze, sulla base della nostra fede e in nome del progresso sociale”, perché l’uomo “non è il padrone della donna” in nessun caso; i rapporti tra l’uomo e la donna nel matrimonio, come prescrive anche il Codice Civile oltre che gli insegnamenti cristiani, “sono alla pari”; “l’uomo non può esigere fedeltà dalla propria moglie e lui concedersi le libertà che vuole: la fedeltà è un impegno e un dono reciproco”; “picchiare una donna è una violenza riprovevole, perché è un’azione del più forte nei confronti del più debole”.