“Una buona domanda e cattive risposte”. È quanto caratterizza la diffusione dello “spiritualismo contemporaneo” secondo i vescovi dell’Emilia Romagna, che ieri hanno diffuso una nota pastorale dal titolo “Religiosità alternativa, sette, spiritualismo. Sfida culturale, educativa, religiosa”. “La buona domanda è quella del senso: della vita, della fatica quotidiana, della gioia e del dolore, del bene e del male, del destino dell’uomo, della realtà percepita nella sua totalità come mistero pluriforme ma logicamente strutturato”. C’è una “fame di senso” che però si esprime in “un contesto sociale e di coordinate culturali che permangono improntate a un radicale individualismo e a una mentalità consumistica”, finendo per incrociare “risposte sbagliate, tra le quali quelle del settarismo e dello spiritualismo”.
Servono punti di riferimento. “Questo fenomeno è come una foresta, e nella foresta è facile perdersi se non si hanno punti di riferimento”, ha esordito monsignor Gianni Ambrosio (vescovo di Piacenza-Bobbio) presentando il documento nel Seminario arcivescovile di Bologna. C’è una diffusa religiosità “fai da te”, ha rimarcato monsignorLuigi Negri (arcivescovo di Ferrara-Comacchio), che interessa “la maggioranza del mondo giovanile dell’Emilia Romagna”, una realtà verso la quale “le sette hanno un influsso straordinario”. E la situazione non è tanto dissimile nel resto del Paese. La nota intende informare e dare indicazioni operative. Che fare? Innanzitutto “riprendere un coraggioso annuncio”, è il primo punto del decalogo proposto da monsignor Francesco Lambiasi (vescovo di Rimini), convinto che “le sette sono penetrate per un deficit del primo annuncio”. Poi “testimoniare la vita di fede”, “conoscere la Bibbia”, “riproporre i fondamenti della fede cristiana”, “proporre catechesi permanenti”, “vivere la liturgia come esperienza d’incontro con il Cristo vivente”, “educare alla lectio divina”, “formare comunità cristiane vive e fraterne”, “valorizzare la parrocchia”, “promuovere gruppi specializzati” come il Gris (Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa) per “un’informazione adeguata e specifica” sulle sette. Di fronte a una realtà allarmante, pure “le parrocchie vanno aiutate a prendere coscienza del fenomeno”, ha rimarcato Negri denunciando come talora realtà alternative vengano persino “ospitate in locali parrocchiali”.
Un invito all’azione. La nota della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna (Ceer) parte illustrando “la diffusione della religiosità alternativa e dello spiritualismo”. Nella “galassia” di “concezioni e credenze che conducono a fenomeni e conseguenze non accettabili dal punto di vista cristiano” vi sono esoterismo, gnosticismo, millenarismo, panteismo, reincarnazione, relativismo e sincretismo. Da qui una serie di fenomeni che vanno dalla magia e dallo spiritismo al satanismo, all’ufologismo e alla corrente “wicca”, passando attraverso i santoni e i veggenti, halloween e la new age, il satanismo e il salutismo ispirato a “tecniche o mistiche orientali”. La nota prosegue delineando le strategie con cui proliferano questi “movimenti alternativi”, quindi affronta problematiche giuridiche, politiche e sociali, propone considerazioni ecclesiali e pastorali, antropologiche e teologiche, fino a indicazioni pratiche. “Le sette e i movimenti religiosi alternativi si diffondono più facilmente dove c’è scarsa conoscenza della Sacra Scrittura e della propria fede da parte dei cattolici”, conclude il testo. Ecco dunque l’importanza di un’azione congiunta della comunità cristiana, in collaborazione con il Gris: da “conferenze, convegni, corsi, seminari, ricerche” a centri d’ascolto per sostenere le “persone che vivono esperienze difficili e dolorose, in relazione all’adesione propria o di qualche familiare a gruppi o movimenti particolari”, fino all’accoglienza e al recupero di chi si allontana da queste realtà. L’invito, in sostanza, è alla controffensiva, coscienti che “lo stato permanente di missione delle nostre Chiese non deve temere d’incontrare ostacoli in quel mondo che non ha riconosciuto Cristo e che mette in opera tutte le sue forze per rifiutarlo”.