PROVINCIA – Nell’ambito di specifica attività d’indagine finalizzata alla repressione dei reati contro il patrimonio collegati al mondo della malavita albanese, nella decorsa serata, personale di questa Squadra Mobile e della Squadra Mobile di Teramo, hanno proceduto all’arresto, in flagranza di reato, di 5 cittadini di detta nazionalità, poiché resisi responsabili di furto aggravato in concorso e ricettazione: per il reato di favoreggiamento personale; tutti nullafacenti, pregiudicati per reati contro il patrimonio e da poco entrati in Italia con regolare passaporto munito di timbro d’ingresso. I citati uffici investigativi, al fine di fronteggiare la recrudescenza dei furti in appartamento che hanno suscitato un grande allarme sociale nelle comunità abruzzesi e marchigiane, intraprendevano specifici servizi di appostamento e pedinamento nei confronti di alcuni cittadini albanesi legati alla malavita locale.
Nel corso dei predetti servizi, veniva individuata un’autovettura Audi A4, risultata poi rubata durante un furto in abitazione a Chieti e verosimilmente utilizzata per effettuare sopralluoghi alle abitazioni prese di mira. Pertanto, venivano predisposti servizi di osservazione visiva e controllo finalizzati all’individuazione della predetta automobile, che consentivano di individuare compiutamente i quattro utilizzatori della stessa. Infatti, nella decorsa serata, i predetti cittadini stranieri venivano intercettati a bordo della menzionata Audi A4 ad Alba Adriatica; i primi accertamenti permettevano di appurare che, poco prima, gli stessi si erano resi responsabili di tre furti in abitazione, rispettivamente commessi a Villa Vomano, Tortoreto e Sant’Onofrio di Campli.
Per motivi di sicurezza e per la tutela dell’incolumità di terze persone estranee ai fatti, gli uomini delle Squadre Mobili, congiuntamente, decidevano di operare nei pressi di un residence sito ad Alba Adriatica, covo di fatto della banda malavitosa. L’attività investigativa permetteva di rinvenire e sequestrare svariati monili in oro, di cui solo una piccola parte relativi ai furti avvenuti poco prima, mentre per la maggior parte si tratterebbe di refurtiva di raid commessi dalla predetta banda nei giorni precedenti, con tutta probabilità nelle province teramane, ascolane e fermane. Sono in corso, infatti, accertamenti finalizzati all’individuazione dei responsabili di tali reati predatori. I preziosi ritrovati, oltre a numerosi arnesi da scasso, venivano debitamente sequestrati.
Espletate le formalità di rito, gli arrestati venivano associati presso la casa circondariale di Teramo a disposizione dell’AG. procedente.