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GROTTAMMARE – Padre Gianfranco Priori è il Rettore del Santuario della Madonna dell’Ambro in Montefortino (FM), una delle numerose perle della cristianità presente nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Tullio Luciani, grande amico di Padre Priori ha organizzato per “Frate Mago”, una bellissima e indimenticabile festa per i suoi sessant’anni. Siamo andati a intervistare Padre Gianfranco, marchigiano dell’anno 2012, ecco le sue parole.

Padre Gianfranco, perché la chiamano “Frate Mago”?
Mi hanno chiamato frate mago perché fin da ragazzo ho coniugato l’arte della prestigio con l’essere sacerdote. A casa mia veniva un fraticello, Fra Mansueto, un frate dolce e volevo diventare come lui. Fra Mansueto è un frate di Manzoniana memoria come Fra Galdino, ma si chiamava Fra Mansueto e veniva a chiedere l’elemosina. Bussava la porta, veniva a casa e ho sempre desiderato di essere come quello, ma nel contempo, nella nostra parrocchia, vicino a Smerillo, veniva un mago da Cupra Marittima, denominato mago Chartou, che ci faceva giocare e divertire. Nel momento in cui sono entrato in seminario ho detto a me stesso che voglio diventare frate e voglio diventare frate mago e da questo, anche nella formazione, ho curato diversi ambiti di formazione proprio per diventare prete, ma poi sotto il manico sempre un mazzo di carte, correndo qua e la per trovare tanti trucchi e per imparare. Così nel 1978, iniziando la mia attività sacerdotale e pastorale, con i ragazzi dei campi-scuola, mi sono esercitato a parlare del Vangelo, ma nello stesso tempo tiravo ogni tanto l’asso nella manica per far divertire i ragazzi. E quindi nel sorriso e nella gioia, ho cercato per quanto è possibile di comunicare la gioia di essere cristiani. Questo è stato il mio impegno. Ringrazio i Vescovi e i Sacerdoti; due volte sono stato in sala Nervi in Vaticano a fare spettacoli. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato in questo compito, in particolare il Lido Degli Aranci,  un gruppo di persone che aiuta a sorridere nei vari palchi e nelle varie feste”.

Mi dica della Fede come evangelizzazione della Magia?
La parola mago indica una varietà di cose. Potrebbe essere anche una paura per molti. Quando sono stato in Africa, appena facevo apparire o sparire qualcosa, subito i ragazzi e le persone indietreggiavano, e quindi vivevano con la paura. Direi talvolta che non è facile mettere insieme queste cose, ma nella mia vita, devo essere sincero con me stesso, nell’arte magica, se arte, ho cercato di mettere me stesso e dove ci sei tu, parte qualcosa, perché la vera arte non è fare qualcosa, ma quando dentro ci sei tu, parte qualcosa di artistico che da te si promana alle persone che percepiscono che ami e vuoi inoltre comunicare qualcosa di più importante di quello che hai nascosto. Per cui se sai fare qualcosa fallo. Diceva San Paolo: “tutto concorre al bene” e se sai fare qualcosa, mettilo lì, al servizio di Dio, ed è quello che ho cercato di fare nella mia evangelizzazione itinerante”.

Cosa fa oggi Frate Mago e quali sono le “magie” per il futuro?
“Attualmente sono il Rettore del Santuario della Madonna dell’Ambro. Anche qui dal mare, partono e vengono a trascorrere una giornata di pace nel santuario. Lì cerco di evangelizzare e far sentire i pellegrini a casa loro, nel cuore di Dio. Ogni persona di chiesa deve spalancare le porte a tutti quelli che bussano in una chiesa, in una casa, in un ambiente. Il Santuario è il luogo in cui Maria accoglie tutti. Questo è il mio impegno principale. Il sogno nel cassetto che ho, è che il signore mi dia ancora tanta voglia di vivere, tanta voglia di partire e di andare, laddove ci sono i giovani e i ragazzi. I ragazzi hanno bisogno di sentirsi amati e di poter giocare con la vita, perché se noi riusciamo a comunicare la gioia dell’esistere, un giorno daranno speranza al mondo intero”.

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