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Lotta al gioco d’azzardo

Di Maria Chiara Biagioni
Tutti pazzi per lo Slot Mob. Prossimo appuntamento a Palermo dall’8 al 10 novembre. Ma la manifestazione contro l’utilizzo delle slot machine nei locali e nei bar ha già mobilitato centinaia di persone: partita a fine settembre da Biella e Milano, è passata per Monza, Cagliari, Teramo, Benevento, Napoli. L’ultimo Slot Mob si è svolto sabato 26 ottobre a Genova. Ovunque, a premiare i bar “virtuosi” senza slot machine con acquisto di cappuccino e cornetto, ci sono sempre state dalle 200 alle 400 persone. A promuovere l’iniziativa una novantina di realtà associative. Accanto alle associazioni che da anni propongono una regolamentazione della diffusione e promozione del gioco d’azzardo, ci sono anche realtà diverse ed eterogenee della società italiana e giornali come “Avvenire”, “Vita e Valori”, “Cittànuova”. “Dalla crisi – scrivono i promotori di slot mob – si esce assieme, a cominciare dalla scelta di premiare coloro che, con la loro decisione, rinsaldano il legame sociale che sta alla base dei nostri quartieri, paesi e città. Slotmob è un’iniziativa aperta che nasce dal riconoscere ciò che di bello e giusto esiste nella società italiana di questo tempo”.
Alcuni dati. La diffusione del gioco e dell’azzardo legalizzato è purtroppo un settore in crescita che fa registrare nel nostro Paese un aumento vertiginoso del numero dei giocatori, che non ha quasi eguali in Europa e nel mondo. Si stima che siano tra 800mila e un milione le persone in condizione di dipendenza o grave rischio, colpendo per lo più i ceti più deboli, più sensibili alle sirene della “vincita facile” grazie “alla dea fortuna”. Un sistema diabolico che sta creando nuove vittime, povertà e dipendenze. Si rovinano famiglie, si riempiono i centri di cura delle Asl, si arricchiscono le multinazionali del gioco d’azzardo e si crea un terreno fertile per l’azione della criminalità organizzata. Si stima che siano tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro i costi per la collettività provocati dal gioco d’azzardo.
In inglese si chiama “cash mob”. È Gabriele Mandolesi, di “Economia e Felicità”, nonché uno dei coordinatori di Slot-Mob a spiegare il segreto del successo. “Le persone erano molto scontente riguardo alle slot machine ma non sapevano come affrontarlo. Non abbiamo quindi creato energie nuove. Queste energie già c’erano nel Paese. Piuttosto non si trovavano forme per incanalarle. Perché per risolvere questo problema, bisogna cambiare il sistema, cambiare le leggi, sconfiggere le lobby”. L’idea che sta alla base di Slot Mob si chiama “cash mob”: significa orientare le scelte collettive di consumo attraverso il boicottaggio di determinati prodotti e la scelta di premiare quelle aziende che si comportano in modo etico. E in modo etico si comportano quei baristi che eroicamente di questi tempi di crisi scelgono di non utilizzare nei loro locali le slot machine. Una scelta profondamente penalizzante dal punto vista economico perché si perdono dai 2mila ai 2,5mila euro al mese. Slot Mob dunque risponde a questa duplice esigenza: “Da una parte i consumatori che sentono di poter fare qualcosa di concreto, scegliendo bar virtuosi e dall’altra i baristi che si vedono riconosciuti da un mercato che reagisce alle loro scelte etiche”.
Il gioco, la disperazione e la mafia. Perché scegliere una mobilitazione proprio contro le slot machine? “Perché – risponde Mandolesi – è il simbolo più evidente che qualcosa non va nella società. Primo, che c’è uno Stato che promuove qualcosa che ha ricadute sociali dal costo elevatissimo e lo fa perché da questo mercato rientrano molti soldi, purtroppo a discapito della salute e dell’impatto sociale sui cittadini. Secondo, perché è un problema che sta diventando sempre più diffuso in quanto i malati di ludopatia aumentano, le famiglie si rovinano. Abbiamo conosciuto in questi giorni di mobilitazione gente che ci ha raccontato di parenti che si sono suicidati perché non sapevano come ripagare i debiti del gioco. Se a questo si aggiunge il fatto che dietro a questi introiti c’è la criminalità organizzata, allora la campagna prende ancor più vigore. A Biella la Procura ha fatto chiudere due sale slot perché ha scoperto che dietro c’erano infiltrazioni mafiose”. Nel manifesto di Slot Mob le associazioni chiedono una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili. Ciò che non piace all’associazionismo italiano è che il gioco invece viene spinto, promosso e pubblicizzato per cercare di aumentarlo con una tassazione molto bassa rispetto ad altri prodotti dannosi in mano al monopolio dello Stato come le sigarette.
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