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“Scorrendo il piccolo foglio, notai con sorpresa una firma tra i testimoni: Angelus Volponi!”

Di Don Gian Luca Pelliccioni

Tempo fa, spulciando le carte dell’archivio storico della Parrocchia, trovai la domanda di ammissione all’ordine del presbiterato del Priore di Montelparo don Domenico D’Alessio.
Tutta rigorosamente in latino, datata 31 maggio 1940. Catturò la mia attenzione e pensai alla mia domanda di ordinazione. Scorrendo il piccolo foglio, notai con sorpresa una firma tra i testimoni: Angelus Volponi! Don Angelo….Egli fu ordinato sacerdote soli 2 giorni dopo! Provai innanzitutto commozione e stupore per la Chiesa diocesana, pensando ai vescovi e sacerdoti che prima di noi l’hanno servita. E poi mi salirono al cuore una profonda gratitudine e tanti ricordi di don Angelo che mi ha voluto bene, con il quale sono cresciuto e che purtroppo morì 17 giorni prima della mia ordinazione diaconale in parrocchia. Tra le tante cose che potrei dire, vorrei condividervi questa. Quando don Angelo divenne parroco emerito ed arrivò don Gianni, egli cominciò in ogni occasione possibile e sempre più spesso a dire: “questo l’ho battezzato io!”. Allora ci sembrava solo il vanto di un prete anziano che stava tirando le somme del lavoro svolto, e in qualche caso – bonariamente- sbuffavamo un po’ nell’ascoltarlo. Oggi che sono parroco riesco a comprendere meglio che cosa significasse: in ballo c’era la trasmissione della fede ( tema oggi di grande attualità), l’edificazione della Chiesa, la stessa identità del sacerdote! Questo ricordo ha ridestato in me la coscienza di quale sia un aspetto centrale della natura e della missione della Chiesa: il suo essere madre, generare alla vita in Cristo, aver cura ed educare i propri figli. La fede è dono di Dio che si riceve da altri, e che si accoglie nella comunione con gli altri. Provo anch’io gioia nel vedere i bambini che “ho battezzato io” a Montelparo crescere con i propri genitori; e sono fiero di poter dire che “sono stato battezzato da don Angelo” (2 maggio 1971) e di aver ricevuto la fede – il dono più grande e prezioso della mia semplice vita – proprio in quella liturgia.

Don Gian Luca

Ricordi di don Angelo Volponi

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