Prosegue, quindi, la tradizione del filone napoletano che tanti successi ha fatto ottenere ai Liberi teatranti sia in ambito locale che nazionale. “Come si rapina una banca” è innanzi tutto uno spaccato della Napoli del boom edilizio, ma le stesse scene, specialmente quella dove si svolge il primo atto, fanno pensare a periferie abbandonate dove trovano rifugio vagabondi ed emarginati di talento. Del resto tutti i personaggi di “Come si rapina una banca” non hanno fatto centro nella vita perché come dice Agostino, non possiedono un metro di cento centimetri, ma ne hanno uno di novanta. Agostino è un sognatore, un inventore che mette le proprie invenzioni al servizio della società, ma ogni invenzione che si rispetti va finanziata. Agostino facendo ricorso alle sue intuizioni, per racimolare il capitale, riesce ad entrare nottetempo in una banca con l’intera famiglia per una improbabile rapina. La rapina riesce ma, a Napoli, si sa, un gatto nero è più forte del destino e può compromettere ogni cosa. Attraverso un finale a sorpresa carico di suspense e di humour, Agostino e famiglia non si approprieranno dell’ingente bottino ma, per altre vie, raggiungeranno quella tranquillità che nella vita non viene mai negata ai giusti ad agli onesti…
La regia è firmata da Emilio Fabrizio La Marca, nipote dei famosi Carlo e Aldo Giuffrè impegnato in televisione nell’ultima campagna Telecom.