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“II m’aracord DoMarino” un vivo ricordo tra i parrocchiani!

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lunedì sera è stata celebrata una S. Messa per ricordare il trentennale della morte di Don Marino, primo parroco della appena nata parrocchia di Cristo Re.
Il suo ricordo è vivo in tutti i parrocchiani che l’hanno conosciuto per il suo carattere, la sua presenza.

Il suo ricordo si intreccia con la crescita in questi trent’anni della parrocchia con il suo successore don Pio.
Rocco ci racconta dei suoi ricordi, anzi s’arcod che “quann DoMarino, sul calare della sera, sedeva sul pianerottolo d’accesso alla casa parrocchiale, allora ancora senza ringhiera ma già con i tre scalini, non c’era ancora la pinetina tra la canonica e la chiesa: non c’erano i pini, le panchine, la pavimentazione, solo terra battuta e dove l’erba che tentava di crescere veniva osteggiata soprattutto dal calpestio dei ragazzi, che in quello spazio avevano il principale luogo di incontro e di ritrovo. E così la piazza del Redentore, antistante la chiesa, allora era solo un grande spazio asfaltato, senza alcuna palma, pino o panchina, solo buche e macchine perché era usato come parcheggio e, al sabato, per il mercato.

Mentre tutta l’area dietro la chiesa, la dove oggi ci sono la Casa dell’accoglienza, l’anfiteatro Wojtilwa, il campo sportivo, il campetto per calcetto e il parcheggio domenicale, c’era una grande prato  chiamato “campo di calcio” solo perché qualcuno ci aveva montato due porte da campo di calcio; i realtà era un prato o quasi.”

Don Marino fu per quel momento un vero comunicatore, capace di attrarre, come “vera antenna di emittenza di Fede” moltissime persone oltre che i suoi parrocchiani. Infatti informa ancora Rocco che quasi nessuno diceva “ci vediamo in parrocchia” o “ci vediamo  in piazza” ma  si diceva “ci vediamo da Don Marino”, Don Marino rappresentava la piazza, la piazzetta, la chiesa, il campetto, il cinema (oggi sala Don Marino), tutto. E quel “tutto” chiamato “Da Don Marino” era l’unico punto di incontro e di aggregazione esistente a Porto d’Ascoli fino ai primi anni ’80 del secolo scorso”

Don Marino è stato un precursore per tanti aspetti, curava le “Giornate per coniugi”, rivolta a sposi di tutta la diocesi, le visite alle famiglie in crisi. Si è fatto annunciatore del Vangelo anche utilizzando i moderni mezzi televisivi, quando realizzò la trasmissione televisiva “Vivere per..”,  messa in onda dall’allora rete locale TVP.
Il suo impegno per il terremoto in Irpinia:seguendo i fili del ricordo tornano alla mente di Rocco le parole di don Marino “bisogna fare qualcosa. Non le solite cose, ecco aiutiamo solo una famiglia, ma aiutiamola davvero, dando loro una casa, modesta, ma che sia una casa, non una coperta. Ho visto delle casette di legno. Raccogliamo i fondi per comprarne una e mandiamo giù una casetta”.  Un legame con Sant’Angelo dei Lombardi dove vennero montate le dieci case acquistate che si è ritrovato ultimamente con Porto d’Ascoli grazie all’Agora.

Il suo impegno per la realizzazione del cinema e i suoi escamotages per fare grandi acquisti, vestito di una tonaca vecchia perché “Sai, spiegò, se mi vedono vestito così non avranno il coraggio di chiedermi tanto perché vedono che sono un povero prete e non faranno prezzi esagerati ed io non chiederò sconti perché quelli che lavorano hanno diritto di guadagnare, ma il giusto, non più del giusto. Questa tonaca farà fare il prezzo giusto a chi mi deve vendere le sedie: Non ci sarà né carità, è sfruttamento: il giusto”.

Impresso nei ricordi anche il suo fare schietto ma vicino alla gente. Sono tanti i ricordi e tanti i segni lasciati che Rocco ripesca nella memoria, di un prete caro a Porto d’Ascoli.