“A noi compete fare del nostro meglio, sempre e dovunque”. Così monsignor Mariano Crociata, nel discorso rivolto ai collaboratori e dipendenti della Cei, ha sintetizzato lo spirito con cui si accinge ad assumere il suo nuovo incarico: Papa Francesco lo ha nominato oggi vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. “La ringrazio di vero cuore, per questi cinque anni a servizio della Chiesa italiana come segretario generale, in cui ha dato testimonianza sempre di grande fedeltà, che è la cosa fondamentale, la prima cosa per poter svolgere un servizio di pastore”. Con queste parole il cardinaleAngelo Bagnasco, presidente della Cei, ha annunciato, nell’Aula magna della sede centrale, la nomina di monsignor Crociata, salutata da un grande applauso, “che sintetizza ciò che voglio esprimerle a titolo personale e a nome di tutti i vescovi e collaboratori”, ha detto il presidente della Cei al nuovo vescovo di Latina, di cui ha ricordato “l’intelligenza e il profondo spirito di servizio”, il “mettere la sua persona sempre al secondo posto rispetto al suo servizio”. “Ha fatto bene e continuerà a fare bene!”, ha esclamato il cardinale, aggiungendo: “Sono certo che continueremo ad avere in lei non soltanto un confratello, ma un amico prezioso che sarà sempre al nostro fianco”. Il presidente della Cei ha poi concluso: “Le auguriamo tutto quello che nel cuore un buon pastore, come lei è, desidera per la sua diocesi e continua a desiderare per l’intero episcopato”, assicurando a mons. Crociata “preghiera e vicinanza in qualunque momento”. Dopo oltre cinque anni, monsignor Crociata lascia così l’incarico di segretario generale della Conferenza episcopale italiana e si prepara a prendere possesso – “entro Natale”, ha assicurato – della sua nuova diocesi. “Con la sua decisione, Papa Francesco ha voluto inviare un vescovo davvero di alto profilo!”. È il commento a caldo di monsignor Mario Sbarigia, delegato vescovile della diocesi pontina, alla nomina di Crociata, che succede a monsignor Giuseppe Petrocchi, nominato arcivescovo metropolita di L’Aquila l’8 giugno scorso.
Tempi di grandi cambiamenti per la Chiesa. “Era un ufficio che non mi sarei mai immaginato di ricoprire”, ha commentato mons. Crociata, parlando della sua nomina a segretario generale della Cei: “Da ciò ho imparato che si può essere chiamati anche a cose impensate”. Se “quello che oggi viene annunciato”, ha aggiunto, è “un passaggio fisiologico”, quelli che viviamo “sono tempi di grandi cambiamenti per la Chiesa”, a cui “la figura di Papa Francesco ha impresso un’accelerazione e una nuova direzione a un processo già in atto, mostrando come la Chiesa può essere soggetto di una trasformazione che conosce molteplici fattori di tipo culturale, sociale ed economico”. Per monsignor Crociata, si tratta di “un processo complesso, che vede accostati l’entusiasmo delle folle che si raccolgono attorno al Papa e la fedeltà quotidiana, talora affaticata, delle nostre comunità e, ultimamente, della nostra fede”. È in questo “clima” che “dobbiamo raccogliere l’invito del Papa a far crescere la partecipazione e la condivisione, il calore delle relazioni e la cordialità nella dedizione, una comunicazione di fede che, senza sminuire il senso dell’istituzione ma orientandola al suo fine specifico, sia attenta alla persona e alla sua situazione”.
Non solo “immagine pubblica”. “Sono molto contento e grato della vostra partecipazione a questo momento, che segna un passaggio importante per me, ma in qualche modo anche per la Chiesa in Italia, per la Conferenza episcopale e per voi”. È l’esordio del discorso di monsignor Crociata, che ha ringraziato il cardinale Bagnasco “per aver voluto essere presente in questa circostanza e per le parole che mi ha benevolmente indirizzato, dopo avermi chiesto, poco più di cinque anni fa, di assumere il ruolo di segretario generale, al quale poi Benedetto XVI mi ha nominato”. “In questo compito – ha proseguito – mi è stata a cuore e ho condiviso con voi la preoccupazione non solo per l’immagine pubblica della Chiesa in Italia, ma soprattutto per la vita delle nostre diocesi, dei vescovi, dei preti, delle comunità, di tutti i credenti e di quanti in qualche modo stanno a osservare e cercano qualcosa per la loro esistenza e la loro segreta speranza”.
Non “calcoli”, ma “ascolto”. “Non lasciatevi mai imprigionare da calcoli angusti e da meschine dialettiche relazionali” che “rischiano di appannare” il servizio alla Chiesa, l’invito rivolto da monsignor Crociata, che ai sacerdoti ha raccomandato di “rimanere sempre in ascolto – da pastori – del cuore e della vita delle persone e delle comunità per le quali sono pensate tutte le attività e le iniziative”. “A tutti chiedo, fin d’ora, di accogliere con cordialità e piena disponibilità il nuovo segretario generale”, l’esortazione del vescovo, che nella parte finale del suo discorso si è detto “grato a Papa Francesco per la fiducia”. “Il mio pensiero e il mio cuore ora si dirigono sempre di più alla diocesi di Latina, questa Chiesa dalla storia antichissima e recentissima insieme”, ha concluso: “Vado con la ferma certezza che il Signore mi ha chiamato ad andare lì”.