Da Avvenire del 22/11/2013. Di Edoardo Tincani
C’è una mostra che, dopo l’inaugurazione al Meeting per l’amicizia fra i popoli, sta girando in più esemplari l’Italia e che ha già registrato diverse migliaia di visitatori. L’ultima tappa è stata la cattedrale di Ferrara. Il segreto del successo è nella sua immediatezza, perché racconta l’esistenza, la testimonianza di fede e il martirio del seminarista Rolando Rivi, beatificato a Modena il 5 ottobre. Sono venti pannelli dal forte impatto visivo, in cui le illustrazioni di Franco Vignazia si alternano alle vicende e ai documenti che hanno segnato una pagina di storia buia e luminosa insieme. Nel titolo “Io sono di Gesù” è sintetizzato il programma di vita di questo nuovo Beato, nato e sepolto a San Valentino di Castellarano (Reggio Emilia), che amava la veste talare e sognava di diventare un prete missionario ma fu sequestrato, torturato e infine ucciso in odio alla fede il 13 aprile 1945 da alcuni partigiani comunisti accecati dal furore antireligioso, senza l’ombra di un processo e sulla base di un’accusa smaccatamente falsa.
Da notare che Rolando Rivi, nella sua frequentazione del Seminario appenninico di Marola, condivideva l’ideale della Resistenza e simpatizzava apertamente per la brigata delle “Fiamme verdi”, i partigiani cattolici, guidati da un carismatico prete comandante, don Domenico Orlandini, “Carlo” per i suoi commilitoni.
Ora, uno dei pannelli riporta il sommario capo d’imputazione che, per bocca degli aguzzini, valse la spietata esecuzione del seminarista: “Domani un prete di meno”. È l’epigrafe del martirio che Papa Francesco ha riconosciuto “in odium fidei”.
Proprio questa frase ha fatto storcere il naso ad alcuni genitori della scuola primaria statale Anna Frank di Rio Saliceto, nel Reggiano, che aveva programmato un’uscita didattica alla mostra, allestita fino a domenica nei locali della parrocchia, peraltro nell’ambito dell’ora di religione settimanale e con tanto di richiesta di autorizzazione recapitata a casa degli studenti. Infangherebbe la Resistenza, la loro obiezione, accompagnata dalla richiesta di rimuovere il pannello incriminato, cui il parroco don Carlo Castellini non ha acconsentito.
La protesta è giunta alla dirigente scolastica, che ha deciso di sospendere la visita per l’impossibilità di contestualizzare la mostra dal punto di vista storico e didattico.
“È grave e vergognoso che all’interno di una scuola pubblica che dovrebbe garantire, in uno Stato democratico, la libertà e il pluralismo, non sia consentito ai bambini e agli insegnanti, nell’ambito di un’iniziativa legata all’ora di religione, di andare a incontrare la luminosa figura di un Beato contemporaneo, martire bambino, campione dell’amore alla verità e al bene”, afferma il Comitato Amici di Rolando Rivi in un comunicato stampa firmato dal presidente monsignor Luigi Negri e dal segretario Emilio Bonicelli.
Non ha tardato a farsi sentire anche il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca: “La beatificazione di Rolando Rivi è stata presentata dalla Chiesa diocesana come un grande momento di riconciliazione. Questo è il significato del riconoscimento che la Chiesa ha dato del martirio. La riconciliazione non può avvenire attraverso la negazione della verità storica. Nessuno deve avere paura della verità storica. Se c’è un male che è stato compiuto dobbiamo denunciarlo: dobbiamo perdonare coloro che l’hanno compiuto, ma non nascondere ciò che è accaduto”.
Dopo l’increscioso fatto di Rio Saliceto, la mostra continua comunque la sua corsa nel Reggiano: da lunedì sarà al Palazzo dei Principi di Correggio.
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