Tratto dall’ultimo numero del nostro settimanale Diocesano
RIPATRANSONE – “Oggi la Città di Ripatransone riceve un attestato che ci fa grande onore, che forse non meritiamo del tutto, ma che ci gratifica enormemente perché siamo stati il primo Comune ad aderire alla rete Città del Sollievo. Coloro che soffrono a causa della malattia, secondo le finalità della Fondazione, devono conservare la propria dignità di persone, senza soffrire, anche nell’ultima parte della loro vita. La nostra Città, da oggi, si impegna a sostenere questi progetti”.
Con queste parole il Prof. Remo Bruni, Sindaco di Ripatransone, ha salutato ed accolto, Sabato scorso 16 Novembre, tutti coloro che non hanno voluto mancare ad un pomeriggio che, sotto molti aspetti, può essere definito storico per la nostra Città. La Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti (Ente nato nel 1975 poco dopo la morte del Giornalista del quotidiano “La Stampa” di cui porta il nome), infatti, ha consegnato a Ripatransone l’attestato di “Città del Sollievo”, la prima Città in Italia a ricevere tale riconoscimento.
Dopo l’intervento del Sindaco, il Prof. Numa Cellini, moderatore della serata ma soprattutto Oncologo Ripano in servizio presso il Policlinico Gemelli di Roma e Presidente della Fondazione Ghirotti, ha salutato tutti gli intervenuti ed ha cercato di spiegare ai presenti il significato di un’iniziativa meravigliosa e misteriosa. Il Prof. Cellini ha spiegato che il sollievo aiuta i malati ad affrontare la sofferenza che si fa evidente nel dolore fisico ma che è fatta anche di dolore psicologico, che è terribile e spesso tanto agisce sul difficoltoso controllo del dolore fisico, di dolore sociale e sociologico, come quello che deriva ad un papà o una mamma che a causa della malattia non riesce più ad essere guida della propria famiglia, e di dolore spirituale che deriva dal chiedersi (cosa comune a tutti che siano cattolici, musulmani, buddisti o altro) cosa ci sia veramente nell’aldilà.
Dopo il suo intervento, il Prof. Cellini ha ceduto la parola a Barbara Marinelli, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ripatransone che ha ringraziato, anzitutto, le tante persone che si sono offerte di aiutarla nell’organizzazione della serata, nonché le insegnanti e la Dirigente Scolastica per la loro disponibilità verso l’Amministrazione Comunale.
Dopo l’intervento dell’Assessore Marinelli ha preso la parola il Dott. Giuseppe Guerrera, Segretario Generale della Fondazione Ghirotti che nel suo intervento ha ricordato Gigi Ghirotti e la sua opera, una volta appreso della sua malattia (il Linfoma di Hodgkin), per far conoscere al mondo, attraverso la comunicazione del suo essere malato tra i malati, la realtà della Sanità Italiana di allora con le sue carenze nell’assistenza sanitaria e con l’insufficienza delle sue infrastrutture ma soprattutto il bisogno di ascolto e di vicinanza delle persone.
Molto intenso e carico di fede è stato poi l’intervento dell’artista cileno, ormai ripano d’adozione da diversi anni, Sergio Tapia Radic che ha dato la propria testimonianza ed espresso ai presenti la propria idea di sollievo. “Sollievo è una sensazione gradevole perché ciascuno, davanti alle difficoltà, è in grado di risollevarsi con le parole degli altri. Sollievo è spostare verso l’alto. Sant’Agostino dice che chi vuole risollevare qualcuno deve partecipare al dolore e alla situazione dell’altro così solleverà se stesso. Infatti chi riceve si conforta e può confortare gli altri. Nella mia malattia ho conosciuto, poi, un medico di un’umiltà incredibile che ha saputo riconoscere di avere le mani legate perché poteva arrivare solo fino ad un certo punto mentre il resto poteva farlo solo Dio”.
Dopo il Maestro Radic ha preso la parola la Marinella Cellai, Responsabile Volontariato della Fondazione Ghirotti che ha riferito della propria esperienza di contatto diretto con i malati essendo formatrice di Nurturing touch (il tocco che nutre), una tecnica di massaggio per chi soffre. “A mio parere il primo sollievo da dare è quello dal dolore fisico, Se c’è un dolore fisico intollerabile non c’è né qualità di vita né qualità di morte. Una volta tolto o reso tollerabile il dolore fisico, subito dopo occorre sollevare dalla solitudine . Il contatto ha un enorme valore come strumento di comunicazione. Il contatto non mente e tramite esso arriva un messaggio al malato che è come una carezza per l’anima”.
Gli interventi si sono conclusi con la parola del nostro Vescovo Gervasio (è vero, ora bisogna chiamarlo Amministratore Apostolico dopo l’elezione del nuovo Vescovo Carlo Bresciani. Ma mi si consenta di chiamarlo ancora un po’ “il nostro Vescovo” come omaggio al suo servizio in mezzo a noi in questi 17 anni e come ringraziamento per i suoi insegnamenti di fede e di amore di questo periodo nella nostra Diocesi). “Chi ti sta accanto da nel poco e nel molto ma quando si stacca da te se ne riparte arricchito, contento e più umano. La Vita è un dono per tutti. Non ne siamo padroni, ne siamo amministratori e il segreto per amministrarla bene è camminare insieme nell’amore, sperare e mai disperare. In questo mondo globalizzato si vive, a volte, una profonda e tragica solitudine. Fa più spavento la solitudine che il dolore. Il sollievo è camminare assieme nell’amore, l’amore di un gesto semplice, di una carezza, di un sorriso, uno sguardo”.
E dopo il Vescovo sono intervenuti i protagonisti della serata, quei ragazzi, ormai ex alunni della Scuola dell’Infanzia di Valtesino, figli, molti di loro, della nostra Comunità Parrocchiale Madonna di Fatima e membri del Gruppo di Catechesi “I Magnifici”, che con il loro plastico hanno vinto il concorso “Un ospedale con più sollievo”, organizzato annualmente dalla Fondazione Ghirotti in occasione della Giornata Nazionale del Sollievo, che ha dato inizio al rapporto tra la Fondazione stessa e la Città di Ripatransone.
Essi hanno letto alcuni messaggi legati al tema del sollievo ed hanno cantato la canzone “Goccia dopo Goccia” (Zecchino d’Oro 1994) il cui tema principale recita “Non è importante se non siamo grandi come le montagne. Quello che conta è stare tutti assieme per aiutare chi non ce la fa”. La giusta sintesi di quel che rappresenta il sollievo: aiutare chi, a causa della malattia, non ce la fa da solo ma ha bisogno dell’aiuto di tutti noi.
Anche grazie a Valtesino, alla sua Scuola dell’Infanzia, ai figli ed alle famiglie della nostra Comunità Parrocchiale ora la nostra Città di Ripatransone è “Città del Sollievo”.
0 commenti