Di Vincenzo Corrado

Esercizio di memoria: in cinque minuti ripercorrere le tappe più importanti della propria vita ripensando alle figure sacerdotali più significative, ovvero ripensare all’esperienza di fede attraverso quei preti che ne hanno lasciato un segno indelebile. Scoprire, ad esempio, se non lo si sa già, il sacerdote del Battesimo. Un modo, come un altro, per rispondere anche all’invito di Papa Francesco a ricordare “la data del proprio Battesimo”. E ancora: rivivere l’emozione della prima Confessione e della prima Comunione; riandare con la memoria agli anni dell’Oratorio, con i consigli e suggerimenti del prete-educatore; fino ad arrivare alle scelte che segnano la maturità…

Esercizio fatto? Bene… C’è un filo rosso che accomuna i ricordi di tutti: la presenza di preti umili e semplici che, giorno dopo giorno, vivono il loro ministero accanto ai loro fedeli portando nei loro cuori Cristo e il suo Vangelo. Sono i preti della “porta accanto”, i preti “vicini di casa” della loro gente, pronti a giungere nelle abitazioni, a partire da quelle più umili e povere, per consolare gli afflitti e sostenere i dubbiosi; per donare la speranza cristiana nel momento del lutto, curare le ferite delle crisi, collaborare con i genitori nell’educazione e nella formazione dei figli. Sono i preti che “la gente ringrazia” – ha affermato Papa Francesco, lo scorso 28 marzo, nell’omelia della Messa del Crisma (Giovedì Santo) – perché “sente” che hanno “pregato con le realtà della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze”. Il tutto senza mai essere entrati nella cronaca del tempo; scomparsi perlopiù dalla memoria, tranne che, forse, di alcuni parrocchiani e dei parenti.
Ed è proprio qui l’importanza dell’esercizio di memoria. Ne dà testimonianza monsignor Vincenzo Rini, direttore del settimanale della diocesi di Cremona (“La Vita Cattolica”), che ha raccolto in un agile libro diciassette profili di sacerdoti cremonesi incontrati negli anni e che lo hanno segnato anche nella sua vocazione sacerdotale. “Militi ignoti” è il titolo del volume, pubblicato recentemente per i tipi della “NEC – Nuova Editrice Cremonese”. “Le diciassette figure sacerdotali che in questo libro ricordo con affetto – spiega l’autore – sono entrate nella mia vita, ognuna in maniera differente: alcuni hanno lasciato un segno grande nella mia esistenza e nella mia vocazione; altri sono stati compagni di viaggio per brevi momenti, alcuni semplicemente li ho conosciuti in un fugace incontro – più intravisti che conosciuti – ma il loro ricordo è rimasto indelebile nella mia memoria e anche nel mio affetto”. Ma perché “militi ignoti”? “Perché – risponde monsignor Rini – nessuno più ricorda”. Queste figure, però, non sono insignificanti. Bisogna, infatti, tener bene presente che “la fede, la vita cristiana si sono conservate vive nelle nostre terre, pur nelle difficoltà dei tempi mutati e mutevoli, proprio grazie a sacerdoti che nel silenzio, magari relegati in piccole parrocchie di campagna, si sono dedicati con fatica diuturna ad annunciare il Vangelo, a celebrare i sacramenti, ad assistere gli ammalati e i moribondi, a realizzare una pastorale familiare fatta di vicinanza, di parole buone, di conforto, di sostegno nelle difficoltà”. Da qui l’importanza di “tenere a mente con gratitudine la fedeltà, il servizio e l’umiltà” di tutti quei preti che, “nella loro a volte apparente insignificanza, portano avanti la missione di Cristo; tengono viva la Chiesa, educano alla fede intere generazioni di fedeli. Certo, avranno i loro limiti, i loro difetti; ma non è anzitutto questo che si deve ricordare di loro. Da tenere a mente, invece, è il miracolo della fedeltà silenziosa di questi sacerdoti che ha fruttificato doni di grazia e di santità che solo Dio conosce. Mentre noi tendiamo a scordare”. Un invito, insomma, diretto a “tutti i fedeli cristiani” perché “possano scoprire il valore grande della presenza del sacerdote nelle parrocchie, la sua importanza insostituibile nella vita dei giovani, degli adulti, degli anziani, delle famiglie”. Non ci vuole tanto per ricordare. Bastano solo cinque minuti… per un semplice esercizio di memoria.

 

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