2) “Venga il tuo regno” deve essere inteso nello spirito della precedente invocazione, cioè (venga) in noi (Tertulliano). Con questa domanda il fedele è consapevole che l’attuale stato di cose soggiace alla ferita del peccato originale e solo l’intervento escatologico di Dio porrà fine a ogni sofferenza. Il cristiano vive in una continua tensione fra il bene che deve compiere e la perfezione che può giungere solo dall’Alto. Come si può facilmente intuire, questa domanda si può collegare con la virtù teologale della Speranza.
3) Nella logica delle due domande precedenti, si chiede che si compia la volontà di Dio in noi, come ci spiega ancora Sant’Agostino: “Se tu non lo dici, non farà forse Dio la sua volontà? Ricorda ciò che hai proclamato nel credo: Credo in Dio Padre Onnipotente. Se dunque è onnipotente, tu preghi perché sia fatta la sua volontà? Che cosa significa allora Sia fatta la tua volontà? Si compia in me, così che io non opponga resistenza alla tua volontà. Anche in questo caso, tu preghi nel tuo interesse, non tanto chiedendo qualcosa a favore di Dio”. La volontà di Dio non può che essere quella che si realizzi il bene e per questo la terza domanda si può collegare con la virtù teologale della Carità.
4) Per pane quotidiano si possono intendere due cose: il pane materiale (necessario alla vita fisica), oppure quello eucaristico (indispensabile per la vita di fede). Questa domanda, come già detto, si trova in posizione centrale ed è quella che meglio si collega con l’espressione “Padre”.
5) La quinta domanda chiede a Dio di misurarci con la stessa misura con la quale noi misuriamo gli altri. Questo tipo di ragionamento è tipico dell’evangelista Matteo: si legga ad esempio la parabola del servo spietato (Mt 18,23-35).
6) La sesta domanda chiede a Dio di non lasciare soli i suoi figli nell’ora della prova
7) Con la settima ed ultima domanda, si chiede a Dio di farci uscire vincitori dalla prova. Si noti che questa domanda si trova diametralmente opposta a quella che chiede la santificazione del nome del Signore perché Dio e il male stanno agli estremi opposti