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COMUNANZA – Indesit: raggiunta al MiSE l’intesa sul piano di riorganizzazione anche se la FIOM non aderisce.

Ieri al ministero dello Sviluppo economico, il ministero stesso, le Regioni Marche e Campania,  Fim e Uilm hanno siglato con Indesit una ipotesi di accordo, non sottoscritta dalla Fiom-Cgil, che prevede la delocalizzazione delle produzioni delle lavatrici dallo stabilimento di Caserta e il trasferimento delle produzioni dei piani cottura oggi realizzate nello stabilimento di Melano a Caserta.

Il Sindacato della Fiom afferma “Un fatto gravissimo, che pregiudica il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori della Indesit e che getta un’ombra sul ruolo svolto dalle istituzioni in una vertenza difficile quale quella che riguarda il gruppo e le scelte industriali nel settore dell’elettrodomestico.
A partire dal giudizio negativo espresso dal coordinamento sindacale nell’incontro del 19 novembre scorso, dalla successiva apertura della procedura di mobilità per 1.400 lavoratori decisa dall’azienda per imporre ai lavoratori il proprio piano industriale e dalle assemblee svolte dal sindacato con i lavoratori, sarebbe stata invece necessaria una ripresa del confronto che oggi, al tavolo del ministero, non è stata ricercata né dall’azienda e da Fim e Uilm, ma neanche dal ministero e dalle regioni coinvolte.
L’ipotesi di accordo separato lascia tutti irrisolti i problemi posti in 7 mesi di trattativa e per i quali le lavoratrici e i lavoratori hanno messo in campo oltre 130 ore di sciopero: la vendita del gruppo Indesit, il futuro degli stabilimenti italiani, la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Ora si apre la discussione con i lavoratori. A partire dai prossimi giorni si terranno in tutti gli stabilimenti del gruppo le assemblee per informare i lavoratori e successivamente sottoporre a referendum l’ipotesi di accordo”.

In Italia 83 milioni di Euro di investimenti straordinari  e mantenimento dei 3 siti di Fabriano (AN), Comunanza (AP) e Caserta, ciascuno centro d’eccellenza focalizzato su produzioni specifiche a più alto valore aggiunto .

La Indesit afferma: “Nessun licenziamento ma ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori.
Al termine dell’incontro, dopo 6 mesi di confronto, alla presenza dei rappresentanti del MiSE e delle Regioni Marche e  Campania, è stato possibile raggiungere l’intesa con i rappresentanti dei lavoratori su un piano di riorganizzazione più volte significativamente migliorato, che prevede per l’Italia investimenti per 83 milioni di euro, maggiori produzioni a più alto valore aggiunto e scongiura definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti, attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Previsti anche incentivi all’esodo per chi ne farà richiesta e l’impegno dell’Azienda a non ricorrere all’utilizzo di procedure di mobilità unilaterali sino al 2018.

Il piano prevede il rinnovo quasi totale della gamma di prodotti a più alto valore aggiunto realizzati in Italia, in termini sia di prestazioni che di competitività, e i 3 poli industriali italiani del Gruppo saranno ridisegnati con interventi di riassetto che verranno implementati nel periodo 2014-2016.

Il sito di Fabriano (AN) sarà il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d’innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di
forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali per la cottura.
Il sito di Comunanza (AP) sarà il centro per l’innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale.
Il sito di Caserta infine sarà il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d’innovazione (producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia) e dei piani cottura a gas da incasso (oggi prodotti a Fabriano e originariamente
destinati in parte alla produzione in Polonia).

Oltre al consolidamento in Italia delle produzioni a più alto valore aggiunto già esistenti, verranno quindi trasferite nei siti italiani nuove produzioni dalla Polonia, dalla Spagna e dalla Turchia, mentre le produzioni italiane di bassa gamma non più sostenibili (principalmente destinate ai Paesi dell’Est) saranno riallocate in Paesi a miglior costo.

L’utilizzo degli ammortizzatori sociali, che sarà possibile grazie all’Accordo tra le parti e previa autorizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, permetterà di riorganizzare le attività produttive tutelando al meglio i lavoratori e senza perdere le competenze professionali, in vista dei benefici attesi dagli investimenti e del prevedibile
recupero dei mercati.
Prima di procedere con l’attuazione del Piano e dei relativi investimenti, l’Azienda attenderà quindi l’esito del referendum tra i lavoratori richiesto dalle organizzazioni sindacali e propedeutico alla finalizzazione dell’Accordo”.

Il commento del presidente della Regione Gian Mario Spacca: “Un’intesa che evita oltre 1.400 licenziamenti, difende il lavoro e la coesione sociale, è un risultato positivo, ottenuto grazie a un grande senso di responsabilità in una fase estremamente difficile per l’economia delle Marche. La Regione si è impegnata per raggiungere questo risultato che cerca un compromesso tra tutela sociale e competitività, com’è nella tradizione delle relazioni industriali marchigiane, ma anche per dare prospettive di sviluppo al territorio. L’intesa raggiunta, infatti, ricerca la difesa dell’occupazione, del lavoro e la coesione sociale della comunità, evitando licenziamenti e confermando sostanzialmente il radicamento in Italia delle produzioni. È significativa perché pone basi concrete per attivare una reale politica industriale di rilancio del settore  degli apparecchi domestici e professionali nel territorio, come fermamente richiesto dalla Regione Marche. La conferma del progetto di piattaforma fisica di ricerca e innovazione, l’avvio del tavolo di settore, la previsione di una zona agevolata per gli investimenti: sono elementi concreti e decisivi per avviare una politica di sviluppo che offra una prospettiva industriale e consenta di guardare al futuro con maggiore fiducia”.

Sara Giannini assessore alle attività produttive afferma: “Un’intesa importante perché ha prevalso il senso di responsabilità per la difesa dei livelli occupazionali. Anche con l’impegno della Regione è stata perseguita una linea di responsabilità che ha favorito l’accordo più avanzato per coniugare tutela dei lavoratori, competitività e rilancio del territorio: nessun licenziamento per i prossimi 5 anni; ritiro della mobilità dopo il referendum; attivazione del tavolo di settore; conferma del progetto di piattaforma fisica di ricerca e innovazione; zonizzazione agevolata per gli investimenti nei territori coinvolti. Viene così scongiurato uno scenario devastante di licenziamenti e rottura sociale, che sicuramente sarà compreso dai lavoratori” dopo aver partecipato al Tavolo nazionale, firmando l’intesa per la Regione Marche.

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