Dal punto di vista della struttura la preghiera è formata da 3 parti:
1) Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
2) Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù
3) Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen
La prima parte è tratta dal passo evangelico dell’Annunciazione e precisamente Lc 1,28. Le parole sono quelle che l’angelo rivolge alla Madonna quando entra nella sua casa. Nella versione italiana e in quella latina troviamo le parole “Ave o Maria” ma se andiamo a leggere il testo greco leggiamo un “Kaire” che possiamo tradurre con “Rallegrati”. “Piena di grazia” è invece la traduzione del greco “Kecharitomene” che essendo un participio passivo può essere tradotto con “ricolmata di grazia” sottolineando così l’azione di Dio nell’opera di santificazione di Maria. Le parole “il Signore è con te” indicano il favore di Dio per la sua umile creatura. In tutte queste parole di può sentire l’eco di un passo vetero-testamentario: So 3,14 nel quale il profeta Sofonia invita Sion a rallegrarsi per la salvezza che Dio porterà a Gerusalemme.
Nella seconda parte della preghiera possiamo riconoscere le parole di un altro passo evangelico: Lc 1,42 nel quale Elisabetta, parente di Maria, saluta la vergine con queste parole. Anche in questo caso, nelle parole evangeliche possiamo trovare un’eco di brani dell’Antico Testamento: una simile espressione si ritrova infatti sulla bocca della profetessa Debora che aveva proclamato: “Benedetta sia fra le donne Jael” (Gdc 5,24). Anche Ozia aveva detto di Giuditta: “Benedetta sei tu figlia… tra tutte le donne della terra” (Gdt 13, 18). Giuditta e Jael sono definite “benedette” perché Dio si è servito di loro per liberare Israele dai suoi nemici… a maggior ragione Maria può essere chiamata così essendo la madre di colui che libererà il mondo dal peccato e dalla morte.
L’ulteriore benedizione proferita da Elisabetta su Gesù sembra ricalcare il passo nel Deuteronomio nel quale Mosè invoca benedizione su Israele ogni volta che ascolterà la parola di Dio: “Benedetto il frutto del tuo seno” (Dt 28,1.4)
La terza ed ultima parte è stata aggiunta dalla Chiesa. Maria viene chiamata “Santa”. Si ricorre a lei con l’antichissimo titolo di “Madre di Dio”, espressione usata per la prima volta nella preghiera “Sub tuum praesidium” e confermata durante il Concilio di Efeso. I fedeli che recitano questa preghiera invocano la materna protezione di Maria praticamente in ogni momento: sia nell’ora presente che nell’ora più drammatica dell’esistenza umana.